Rassegna Stampa

20 gennaio 2020

Salute

Virus cinese: infezione misteriosa e lo spettro Sars

Fonte: Agi

Aumentano i tumori per il misterioso virus cinese. Nel fine settimana il numero dei casi è triplicato e l’epidemia si sta diffondendo da Wuhan ad altre grandi città. Attualmente si stimano oltre 200 casi, principalmente a Wuhan, ma la malattia è stata rilevata anche a Pechino, Shangai e Shenzhen. Casi sono stati segnalati anche in Giappone, Thailandia e Corea del Sud. Alcuni esperti britannici hanno stimato che il numero delle persone infette potrebbe essere più alto dei dati ufficiali, all’incirca 1700. I decessi accertati sono 3. L’aumento dei contagi registrato negli ultimi giorni arriva mentre milioni di cinesi si preparano a viaggiare per le vacanze del Capodanno lunare. Quello che sappiamo fino ad oggi è che il virus è comparso la prima volta a dicembre e si ritiene che sia abbia avuto origine in un mercato animale. Gli esperti concordano che si tratti di un coronavirus. Non sono nuovi ad apparizioni improvvise.

“E’ ancora vivo il ricordo dell’epidemia di SARS, che si è originata sempre in Cina e che nel 2003 ha colpito diverse migliaia di persone, diffondendosi grazie agli spostamenti in aereo in diverse regioni del mondo e causando circa 800 vittime”, spiega all’AGI Giovanni Maga, direttore del laboratorio di Virologia Molecolare presso l’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia. “Ma nel 2012, nelle regioni del Medio Oriente, è comparso un altro coronavirus, battezzato MERS-CoV, che al momento circola in 27 nazioni del mondo, sebbene l’80 per cento dei casi sia concentrato in Arabia Saudita, e ha causato circa 2500 casi di infezione con oltre 800 decessi”, aggiunge. Le origini sono piuttosto note. “I coronavirus sono ospiti abituali di molti mammiferi, quali gatti, cani, suini, dromedari e pipistrelli. Ma anche di specie avicole domestiche come polli e tacchini”, dice Maga. (

“La SARS è stata introdotta a seguito del consumo alimentare di un mammifero selvatico, la civetta delle palme, un alimento diffuso in alcune zone della Cina. La principale fonte di contagio della MERS per l’uomo – continua – sono invece i dromedari, anche se si pensa che il serbatoio naturale del virus siano alcune specie di pipistrelli”. Non si conosce ancora l’origine del nuovo coronavirus (battezzato provvisoriamente nCoV) ma, secondo l’esperto, “sicuramente proviene da qualche specie animale che vive a stretto contatto con l’uomo”.

Il fatto che i primi casi possano essere ricondotti ad un mercato non è inusuale. “I mercati di carne animale – dice Maga – sono luoghi affollati in cui si hanno molteplici occasioni di contatto diretto tra uomo e animale infetto (vivo o morto che sia). L’influenza aviaria H5N1 si è diffusa in Cina proprio a partire da mercati di questo tipo”.

La notizia del possibile contagio da uomo a uomo aumenta i timori. “I coronavirus nell’ospite umano hanno dimostrato un potenziale patogeno rilevante, con tassi di mortalità tra il 10 e il 30 per cento, considerando che l’influenza ha una mortalità inferiore all’1 per cento”, spiega Maga. Negli ultimi anni, episodi di questo tipo si verificano con sempre maggiore frequenza. “SARS, MERS, Zika, Nipah, influenza aviaria sono solo alcuni esempi di virus che hanno ‘scoperto’ nell’uomo un nuovo ospite”, dice Maga.

“I fattori coinvolti sono molteplici: cambiamenti climatici che modificano l’habitat dei vettori animali di questi virus, l’intrusione umana in un numero di ecosistemi vergini sempre maggiore, la sovrappopolazione, la frequenza e rapidità di spostamenti delle persone. Dobbiamo tenere presente – continua – che oggi noi conosciamo solo la millesima parte dei virus esistenti e tra loro, forse, potrebbe nascondersi il nuovo agente pandemico. L’OMS ha coniato un termine per questo sconosciuto potenziale nemico: il virus X. Probabilmente non sarà nCoV, ma l’attenzione deve sempre essere massima. Soprattutto, l’uomo deve imparare a convivere meglio con l’ambiente in cui abita, considerando che ogni alterazione di un ecosistema può portare, tra le altre cose, ad incontrare nuovi patogeni”.

20 gennaio 2020

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