Rassegna Stampa

20 dicembre 2021

Violenza contro gli operatori sanitari, cosa manca alla legge e cosa va fatto

Fonte: sanita24.ilsole24ore.com

La legge 113/2020 sulla sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni è entrata in vigore quindici mesi fa ma, oggettivamente, i suoi effetti concreti non si vedono. Rispetto agli interventi previsti, non è stato ancora istituito l’Osservatorio nazionale di cui all’art. 2 e non è stata nemmeno individuata la “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio¬sanitari” per la quale è stata proposta la data del 10 ottobre, giorno del famigerato assalto al Pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma. Ma, soprattutto, non sembra che siano diminuiti gli episodi di violenza e che l’inasprimento delle pene e la procedibilità d’ufficio siano in qualche modo serviti a qualcosa.

Secondo dati accreditati, ogni anno in Italia si contano 1.200 atti di aggressione ai danni dei lavoratori della sanità. Nel 70 % dei casi le vittime delle aggressioni sono donne e, ancor più grave, è il fatto che tra il personale sanitario quasi un infortunio su 10 è conseguente ad una aggressione.

Su tale stato di cose si può peraltro intervenire con fatti concreti che potrebbero andare oltre alla rituale esecrazione e condanna degli episodi. A mio parere si può agire su due piani: a livello contrattuale, applicando norme che esistono e scrivendone di nuove nei prossimi contratti; a livello legislativo, con integrazioni mirate alla legge 113/2020.

20 dicembre 2021

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