Rassegna Stampa
18 marzo 2020
Un virologo travolto dallo tsunami mediatico
Fonte: almanacco.cnr.it
Generalmente gli scienziati sono esseri metodici. Del resto, senza metodo non c’è scienza. Prendete me. Cascasse il mondo sveglia alle 6.30, caffè è biscotti, barba etc. e alle 7.45 in laboratorio. Generalmente alle 19.00-19.30 a casa. Cena. Libro. Letto. E si ricomincia. Seguo questa routine da 20 anni e mi ci sono costruito un ménage familiare e lavorativo che mi rassicura perché è ordinato, prevedibile e programmabile.
Poi arriva uno strano virus in Cina. Non è la prima volta che qualche bestiaccia compare da qualche parte nel mondo. Io studio i virus e, come le altre volte, me ne interesso. Ma niente che sconvolga la routine, anche se l’attenzione del pubblico è alta. Poi un malcapitato 38enne finisce in terapia intensiva proprio per questo nuovo virus. Il problema è che è il primo caso in Italia.
Molte volte sarebbe meglio tacere e lasciare parlare gli esperti, lo diciamo spesso. Ma… un momento: io sono un “esperto” e, quindi, perché non dovrei parlare? Pubblico allora un post sulla mia pagina Facebook. Poi un signore, che è anche un amico e che soprattutto fa il capo ufficio stampa al Cnr, il mio Ente, mi chiede di trasformarlo in una nota da mandare alla stampa. Certo, dico io, che male può fare diffondere ai media qualche informazione basilare ma corretta?