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27 marzo 2019
Autonomia differenziale
Un dossier del servizio studi del Senato
Fonte: regioni.it
Ripercorrendo le tappe della precedente legislatura il dossier ricorda che “oltre alle tre regioni che hanno sottoscritto gli accordi preliminari, ve ne sono altre che hanno deliberato di avviare i negoziati con il Governo. Più precisamente: 7 regioni ordinarie hanno formalmente conferito al Presidente l’incarico di chiedere al Governo l’avvio delle trattative per ottenere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Si tratta di Campania, Liguria, Lazio, Marche, Piemonte, Toscana e Umbria: con esse il Governo potrebbe avviare immediatamente i negoziati. 4 regioni hanno assunto iniziative preliminari (consistenti nell’approvazione di atti di indirizzo) senza tuttavia giungere ad una formale approvazione di un mandato. Si tratta di Basilicata, Calabria, Puglia e Molise. Soltanto la regione Abruzzo non risulta ad oggi aver intrapreso iniziative formali per l’avvio della procedura ex art.116, terzo comma, della Costituzione”.
“Nelle comunicazioni rese alle Camere in occasione della fiducia espressa al Governo in carica, il Presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato che fra gli impegni dell’Esecutivo vi è l’attuazione dell’art.116, terzo comma, nei confronti delle regioni che ne facciano motivata richiesta, precisando l’intenzione di assecondare i processi in atto. Le mozioni di fiducia, presentate al termine delle richiamate comunicazioni e approvate dalle Camere, contengono in premessa un richiamo all’esigenza di impegnare l’Esecutivo ‘in un’azione di governo fondata sul ‘Contratto di governo’, conforme al suo contenuto ed in coerenza al suo profilo programmatico’.
Oggi “la trattativa fra il Governo e le regioni interessate è in fase avanzata” e si è dato conto – nei giorni scorsi – delle tre bozze di intesa sulle quali si è registrata la convergenza delle Parti e il cui articolato è limitato alle Disposizioni generali (ad esse dovà fare seguito la parte di dettaglio sulle materie). Testi che – si legge nel dossier -presentano una identica struttura, consistente in una premessa e in Titoli. Il Titolo I – unico, ad oggi, ad essere stato ufficialmente reso noto nella versione concordata con il Governo – reca le “Disposizioni generali”.
Per quanto concernela fase attuativa “Si prevede l’istituzione, con Dpcm (da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di approvazione dell’intesa), di una Commissione paritetica Stato-Regione, composta di nove rappresentanti di nomina governativa (designati dal Ministro per gli Affari regionali) e di altrettanti indicati dalla Giunta regionale (art. 3)”. A tale Commissione “è affidato il compito di determinare, entro 120 giorni dalla sua istituzione, le risorse finanziarie, umane e strumentali, nonché le forme di raccordo con le amministrazioni centrali, necessarie per l’esercizio delle funzioni oggetto di autonomia differenziata”. Si prevede poi “che, con uno o più Dpcm, su proposta del Ministro per gli Affari regionali, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, siano trasferiti beni e risorse, determinati dalla Commissione paritetica (art. 4). Tale trasferimento comporta la contestuale soppressione o il ridimensionamento, in rapporto a eventuali compiti residui, dell’amministrazione statale periferica nonché delle amministrazioni statali centrali”.
Infine una novità rispetto alle pre-intese è costituita dal fatto che “Viene meno il termine di durata decennale dell’intesa stabilito nei preaccordi. Pertanto le funzioni trasferite rimarrebbero in capo alla regione a tempo indefinito e comunque fintanto che, a Costituzione invariata, le Parti decidano, eventualmente, di sottoscrivere una nuova intesa da recepire con legge ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione”.