Rassegna Stampa

04 febbraio 2025

Trump fuori dall’Oms? L’autodifesa di Tedros su pandemia, finanziamenti e influenze politiche

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All’Executive Board dell’Organizzazione di Ginevra la mano tesa al presidente Usa ma anche la risposta punto per punto alle accuse lanciate dal tycoon con la firma dell’ordine esecutivo che ha portato fuori gli Usa

Da una parte, la mano tesa di chi sa che sta perdendo il proprio principale supporter. Dall’altra, l’orgoglio di rivendicare ruolo e capacità di intervento di una organizzazione la cui visione resta la stessa da ormai 77 anni: “Il più alto standard di salute raggiungibile: non un lusso per alcuni ma un diritto per tutti”. Nel suo discorso d’apertura del 156° Executive Board dell’Organizzazione mondiale della sanità, dal 3 all’11 febbraio, il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus mette in fila le emergenze e le priorità in corso ma anche dedica un lungo capitolo al nodo più cruciale: la decisione degli Stati Uniti di Donald Trump di andarsene dall’Oms interrompendo così una partnership che datava dal 1948 e che ha significato insieme a miliardi di dollari di finanziamenti, una collaborazione strettissima tra banche dati, network di ricerca, presenza in scenari difficilissimi dove mancava tutto. Dalle campagne di immunizzazione al supporto allo sviluppo di sistemi di cura adeguati. «Ci rammarichiamo della decisione e speriamo che gli Stati Uniti la riconsiderino – ha premesso Tedros -. Apprezzeremmo un dialogo costruttivo per preservare e rafforzare la relazione storica tra l’Oms e gli Usa che ha contribuito a impatti significativi come l’eradicazione del vaiolo e l’elenco sarebbe lunghissimo».

Gli Stati Uniti usciranno ufficialmente solo il 22 gennaio 2026, un anno dopo la firma dell’ordine esecutivo che è stato tra i primi atti firmati dal presidente Usa dal suo insediamento del 20 gennaio scorso. Quindi le trattative sono aperte e Tedros ha giustamente auspicato, subito a caldo in quei giorni così come davanti ai 34 membri dell’Executive Noard, che gli Stati Uniti possano “ripensarci”.

 

04 febbraio 2025

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