Rassegna Stampa

12 marzo 2020

Covid19

Da sintomi a cure, identikit pandemia, le schede dello Spallanzani

Fonte: Agi

Com’è nato il coronavirus appena proclamato pandemia, come si sta diffondendo, come funziona il contagio, quali i possibili sintomi e le terapie adottabili. Ecco quello che c’è da sapere, in una serie di schede messe a punto e aggiornate periodicamente dall’Istituto Spallanzani, uno dei centri di riferimento italiani.

COM’E’ NATO? Lo scorso 31 dicembre 2019 le autorità sanitarie cinesi hanno reso nota la presenza di un focolaio di sindrome febbrile, associata a polmonite di origine sconosciuta, tra gli abitanti di Wuhan, città di circa 11 milioni di abitanti situata nella provincia di Hubei, nella Cina Centro-meridionale, alla confluenza tra il Fiume Azzurro e il fiume Han, a circa 1.100 chilometri da Pechino, 800 da Shangai, 1.000 da Hong Kong. Il punto di partenza dell’infezione è stato identificato nel mercato del pesce e di altri animali vivi (c.d. “wet market”) di Huanan, al centro della città di Wuhan, che è stato chiuso il 1 gennaio 2020.

A COSA È DOVUTA L’INFEZIONE? Il 7 gennaio è stato isolato l’agente patogeno responsabile dell’epidemia: si tratta di un nuovo betacoronavirus, che il WHO ha denominato dapprima 2019-nCoV, quindi, a seguito di un meeting della ricerca svoltosi a Ginevra il 10 e 11 febbraio, SARS-CoV-2, ad indicare la similarità con il virus della SARS, che nel 2002-2003 causò una epidemia globale con 8.096 casi confermati e 774 decessi. Nello stesso meeting il WHO ha denominato COVID-19 la malattia causata dal nuovo virus.

CHE COSA SONO I CORONAVIRUS? I coronavirus, così chiamati per la caratteristica forma a coroncina visibile al microscopio, sono una famiglia di virus che causa infezioni negli esseri umani e in una varietà di animali, tra cui uccelli e mammiferi come cammelli, gatti e pipistrelli. Si tratta di virus molto diffusi in natura, che possono causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS).

COME È AVVENUTO IL CONTAGIO? I coronavirus vengono veicolati all’uomo da ospiti intermedi, che per la Mers sono stati i dromedari, per la Sars forse lo zibetto. Il contagio, anche in questo caso, è stato di tipo zoonotico, ovvero causato dalla trasmissione del virus da animale a uomo, non a caso l’epicentro dell’epidemia è un mercato dove venivano venduti anche animali selvatici vivi. Non sappiamo ancora con precisione quale sia stato l’animale che ha trasmesso il virus all’uomo: appare comunque probabile, anche alla luce di quanto avvenuto nelle epidemie verificatesi sino ad oggi, che il serbatoio dei coronavirus sia stato un mammifero. Il WHO ha recentemente sottolineato come vi siano sempre nuove evidenze scientifiche del legame tra il SARS-CoV-2 e altri coronavirus (CoV) simili circolanti nei pipistrelli.

IL VIRUS PUÒ TRASMETTERSI DA UOMO A UOMO? IN CHE MODO? La trasmissione interumana del virus è stata dimostrata, vista l’assenza di link epidemiologico tra molti degli infettati, inclusi quelli dei focolai italiani in Lombardia e Veneto, e l’area della Cina nella quale ha avuto origine l’infezione. Il SARS-CoV-2, come altri coronavirus, si trasmette attraverso le goccioline del respiro della persona infetta, che possono essere trasmesse con la tosse o gli starnuti, oppure tramite contatto diretto personale, oppure toccandosi la bocca, il naso o gli occhi con le mani contaminate. La malattia può essere trasmessa da una persona che non ha sintomi? Dal momento che la malattia si diffonde attraverso le goccioline respiratorie espulse da qualcuno che tossisce o starnutisce, il WHO sottolinea che il rischio di essere infettati da qualcuno che non presenta questi sintomi è molto basso. Tuttavia, molte persone con COVID-19 possono presentare solo sintomi lievi, particolarmente nelle prime fasi della malattia. È quindi possibile essere infettati da qualcuno che, ad esempio, ha solo una leggera tosse e non si sente male.

COME È POSSIBILE PROTEGGERSI? In termini pratici, è raccomandabile mantenersi ad una distanza di almeno un metro da persone che tossiscono, starnutiscono o hanno la febbre, e lavarsi frequentemente le mani con sapone o con una soluzione alcolica. Quando si hanno sintomi respiratori è necessario praticare la “etichetta della tosse” mantenendo la distanza con le altre persone, coprendo la tosse e gli starnuti con tessuti o indumenti usa e getta o, in loro assenza, con l’incavo del gomito, e naturalmente lavandosi le mani frequentemente. Per contenere il contagio da COVID-19, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità raccomandano di seguire alcune semplici regole: 1. Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con un gel a base alcolica; 2. Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani; 3. Evitare strette di mano ed abbracci sino a quando non sarà finita l’emergenza; 4. Evitare luoghi affollati; 5. Evitare contatti ravvicinati mantenendo una distanza di almeno un metro nei confronti delle atre persone; 6. Coprire bocca e naso con fazzoletti monouso se si starnutisce o si tossisce; in loro assenza, utilizzare la piega del gomito 7. Se si hanno sintomi simili a quelli dell’influenza, non recarsi al pronto soccorso né presso gli studi medici, ma telefonare al medico di base, al pediatra di libera scelta, alla guardia medica o ai numeri regionali di emergenza, disponibili sul sito del Ministero della Salute. Il Ministero della Salute raccomanda inoltre di non assumere farmaci di propria iniziativa, in special modo antibiotici, che non hanno alcun effetto contro i virus.

– È UTILE INDOSSARE LA MASCHERINA? Il WHO raccomanda di indossare una mascherina solo se si sospetta di aver contratto il nuovo Coronavirus e si hanno sintomi quali tosse o starnuti, o se ci si prende cura di una persona con sospetta infezione da nuovo Coronavirus. L’uso razionale delle mascherine è importante per evitare inutili sprechi di risorse preziose.

GLI ANIMALI DA COMPAGNIA POSSONO TRASMETTERE L’INFEZIONE? No, al momento non vi è alcuna evidenza scientifica che gli animali da compagnia, quali cani e gatti, abbiano contratto l’infezione o possano diffonderla.

QUANTO SONO GRAVI LE INFEZIONI CAUSATE DA SARS-COV-2? Il virus può causare sintomi lievi, simil-influenzali, ma anche malattie gravi come la polmonite. Le persone con condizioni croniche preesistenti, come ipertensione e altri disturbi cardiovascolari, diabete, disturbi epatici e malattie respiratorie, sembrano essere più a rischio. Uno studio epidemiologico recentemente pubblicato dal China CDC, l’Agenzia nazionale cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha preso in esame tutti i circa 45.000 casi confermati in Cina sino all’11 febbraio, ed ha evidenziato che: • L’86,6% dei casi riguardava persone di età compresa tra i 30 e i 79 anni; • L’80,9% dei casi presentava sintomi lievi; • Il 14% dei casi era in condizioni serie, con polmonite o difficoltà respiratorie; • Il 5% dei casi era in condizioni critiche, con insufficienza respiratoria, shock settico, insufficienza multiorgano.

QUANTO È LETALE IL VIRUS? Lo studio del China CDC ha evidenziato 1.023 esiti fatali, corrispondenti ad un tasso di letalità complessiva del 2,3%, che sale al 14,8% tra le persone di età superiore agli 80 anni. In presenza di patologie concomitanti il tasso di letalità è più elevato: 10,5% per le persone con malattie cardiovascolari, 7,3% per i diabetici, 6,3% per le persone con malattie respiratorie croniche, 6% per le persone sofferenti di ipertensione, 5,6% per i malati di cancro. Per le persone senza alcuna co-morbilità è risultato un tasso di letalità dello 0,9%. È comunque ancora troppo presto per poter fornire stime accurate sulla letalità, e soltanto con l’evolversi dell’epidemia sarà possibile raccogliere dati più dettagliati.

Il tasso di letalità del 3,5% circa (in Italia del 5% circa) che si ricava dividendo il numero dei morti per il numero dei casi confermati restituisce una fotografia che potrebbe essere poco accurata: da un lato infatti, poiché la diagnosi precede di giorni o di settimane il recupero o la morte del paziente, il numero dei morti andrebbe rapportato al numero dei casi in essere nel momento in cui il paziente aveva contratto l’infezione, e quindi in questo caso il tasso di letalità risulterebbe attualmente sottostimato; dall’altro lato però, è possibile che molti casi lievi o addirittura asintomatici non siano entrati nelle statistiche; in questo caso quindi il tasso di letalità risulterebbe sovrastimato.

QUALI SONO I SINTOMI DELLA MALATTIA COVID-19? COME SI CURA? I sintomi sono tipicamente respiratori: febbre, tosse, raffreddore, mal di gola, grave affaticamento polmonare. Al momento non ci sono terapie specifiche: la malattia si cura come i casi di influenza grave, con terapie di supporto (antifebbrili, idratazione), ma contrariamente all’influenza non sono disponibili antivirali specifici. Nei casi più gravi ai pazienti viene praticato il supporto meccanico alla respirazione. Sulla base dei dai disponibili, il WHO ha suggerito una terapia antivirale sperimentale, che è stata utilizzata anche allo Spallanzani per i primi pazienti positivi al virus, e che è basata su due farmaci: il lopinavir/ritonavir, un antivirale comunemente utilizzato per la infezione da HIV e che mostra attività antivirale anche sui coronavirus; ed il remdesivir, un antivirale già utilizzato per la Malattia da Virus Ebola, potenzialmente attivo contro l’infezione da nuovo coronavirus. Recentemente le autorità sanitarie cinesi hanno inserito nelle loro linee guida l’utilizzo del tocilizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato attivo contro il recettore dell’Interleuchina-6, sviluppato dalla Roche per il trattamento dell’artrite reumatoide.

ESISTE UN VACCINO? No. «Al momento non esiste un vaccino e non c’è nessun trattamento specifico per il Covid-19. Tuttavia, ora sono in corso studi clinici su terapie e sono in fase di sviluppo più di 20 vaccini». È quanto ha dichiarato alla stampa, in una conferenza stampa svoltasi il 3 marzo scorso, il direttore generale del WHO Tedros Adhanom Ghebreyesus.

12 marzo 2020

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