Rassegna Stampa

13 settembre 2021

Riforma delle pensioni: i punti deboli della “perequazione”

Fonte: sanita24.ilsole24ore.com

Che i pensionati, in questo lungo periodo di sofferenze, abbiano potuto, comunque, avere una condizione più favorevole rispetto ad altre categorie che, avendo perduto la possibilità di lavorare, si sono trovate in gravissime ristrettezze economiche, è indiscutibile. Ma questo, spesso, piccolo privilegio, non può farci dimenticare che per i pensionati l’attuale forma d’incremento delle loro pensioni, oggi previsto, comporta e comporterà un sempre più ridotto adeguamento al costo della vita.

Ricordiamo che la così detta “ perequazione ” delle pensioni prevede un incremento annuo sulla base della percentuale dell’inflazione, calcolata dall’Istat, dell’anno precedente. Questa percentuale viene applicata interamente solo alle pensioni fino a quattro volte il minimo Inps ( 515, 58 euro ) che in base alla normativa attualmente in vigore (Legge 145/2018) sono indicizzate al 100 %. Si tratta, quindi, di assegni fino a 2mila euro lordi al mese I I trattamenti più alti, invece, vengono rivalutati solo parzialmente con la seguente modulazione : al 77 % fra quattro e cinque volte il minimo Inps : al 52% fra cinque e sei volte il minimo ; al 47 % fra sei e otto volte il minimo ; al 45 % fra otto e nove volte il minimo. Sopra nove volte il minimo la rivalutazione è del 40 %.

13 settembre 2021

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