Rassegna Stampa

15 novembre 2021

Più contagi tra medici e infermieri solo uno su due ha fatto la terza dose

Fonte: repubblica.it

In settimana l’obbligo del richiamo per il personale sanitario. Ma tra chi lavora in ospedale appena il 50% si è già messo in regola

Lavorano a contatto con i pazienti, quindi rischiano di essere contagiati e di contagiare, ma non si stanno precipitando a fare la terza dose. Anzi. Per questo il governo nel giro di qualche giorno, forse già questa settimana, introdurrà l’obbligo di terza dose per gli operatori sanitari. A dimostrare quanto possa essere utile la misura ci sono i dati diffusi dalla Federazione degli ordini degli infermieri: tra quei professionisti, i medici e gli altri operatori contagiati a ieri sono circa il triplo rispetto a due mesi prima.

La copertura ancora bassa
I lavoratori della sanità sono stati i primi a ricevere il vaccino già nel dicembre dell’anno scorso. Per buona parte di loro i sei mesi che devono passare prima di fare il “booster” sono trascorsi. Eppure la percentuale di chi ha fatto la terza dose è compresa tra il 45 e il 50%, cioè è del tutto simile a quella degli over 60 e dei fragili, le altre categorie che possono già fare il richiamo. A ieri infatti il “booster” lo avevano ricevuto il 48% di coloro che hanno terminato la prima parte del ciclo vaccinale da almeno sei mesi. Ci si aspettava che chi lavora in sanità fosse più sensibile alla necessità di rinforzare le difese immunitarie, rispetto a persone che magari non hanno problemi di salute e sono ancora abbastanza giovani come i sessantenni. E invece così non è.

Il ministero e la struttura commissariale valutano appunto nel 50% la quota di sanitari che hanno ricevuto la seconda dose. Il calcolo si può fare anche osservando in quanti sotto i 60 anni hanno fatto il richiamo, cioè prevalentemente lavoratori di Asl e ospedali visto che la loro è l’unica categoria per la quale non sono stati messi limiti di età. A ieri gli under 60 erano 620mila. I sanitari sono 1 milione e 400mila e quindi, considerando che ci sono anche operatori sessantenni, il dato della copertura al 50% dovrebbe essere abbastanza corretto. Va detto che nell’ultimo periodo c’è stata un’accelerazione delle richieste di terze dosi, come ha fatto notare anche il presidente della Fiaso, la Federazione che raccoglie le aziende ospedaliere e sanitarie, Giovanni Migliore.

15 novembre 2021

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