Rassegna Stampa
13 luglio 2022
Pensioni, si va verso un’uscita in due tempi e il taglio dell’assegno del 3% per i primi 4 anni
Fonte: pamagazine.it
In pensione anticipata a 63 anni calcolando l’assegno con il metodo contributivo integrale. E accettando così un taglio medio del 3 per cento annuo per 4 anni. E poi, allo scoccare dei 67 anni di età, il ritorno alla pensione piena. Il governo, alle prese con il dilemma della flessibilità in uscita, accarezza “l’ipotesi Tridico”.
Soluzioni
Vale a dire una soluzione in due tempi utile a superare lo scoglio del ritorno alle legge Fornero, che rischia di incagliare migliaia di lavoratori creando una disparità rispetto a chi è riuscito ad agguantare il prepensionamento. Dopo la fine dell’esperimento triennale di quota 100, l’esecutivo Draghi ha messo in campo una soluzione tampone (quota 102) ma si tratta di un’operazione valida solo per quest’anno e dunque ora bisogna accelerare. La proposta più economica in tema di flessibilità in uscita, come detto, è quella avanzata dal presidente dell’Inps, Tridico. A comparare le proposte, da tempo al centro del tavolo di confronto tra governo e parti sociali, con cui archiviare la legge Fornero e sostituire Quota 102 inserita temporaneamente dal governo per sostituire Quota 100, è il XXI Rapporto Inps. L’eventualità, infatti, di erogare la pensione in due tempi, a 63 anni la quota accumulata con il sistema contributivo, e a 67 anni l’intero ammontare maturato a condizione che si sia raggiunta una pensione pari a 1,2 volte l’assegno sociale, costerebbe infatti 2,5 miliardi l’anno fino al 2030. Vale a dire circa la metà di quanto peserebbe sulla casse dello Stato (4,8 miliardi di euro) la proposta di uscire con 64 anni di età e 35 di contribuzione ma con penalizzazione per ogni anno di distanza dalla metà, e a condizione di aver maturato una pensione di almeno 2,2 volte l’assegno sociale. Lontano dall’insidiare il podio anche l’opzione che prevede l’uscita dal lavoro a 64anni e 35 di contributi ma con ricalcolo contributivo e con almeno 2,2 volte l’assegno sociale: il suo costo è stimato intorno a 3,3 miliardi di euro. In questo quadro, per i sindacati la formula corretta è sempre la stessa da diversi mesi: i lavoratori devono poter scegliere di andare in pensione a 62 anni di età e 20 di contributi o a 41 anni di contribuzione senza paletti sull’età anagrafica. Ma per il momento nulla si muove ed il governo resta fermo e non cede sull’asticella dei 67 anni.