Rassegna Stampa

13 aprile 2023

Pensioni, perché la Francia non è l’Italia

Fonte: itinerariprevidenziali.it

La riforma delle pensioni voluta dal Presidente Macron si pone l’obiettivo di “riportare il sistema previdenziale in equilibrio”. Se, da un lato, la finalità potrebbe richiamare alla mente il sacrificio richiesto agli italiani dall’ex ministro Fornero, dall’altro, il vero motivo delle proteste non sembrerebbe essere legato all’aumento dell’età pensionabile…

Stando alle ultime dichiarazioni del Presidente Emmanuel Macron, la riforma delle pensioni appena approvata in Francia dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno. Respinte le mozioni di sfiducia al governo avanzate dall’opposizione, occorrerà ora attendere che si pronunci il consiglio costituzionale. La decisione arriverà il 14 aprile.

La novità principale è l’innalzamento dell’età di pensionamento da 62 a 64 anni nel 2030. L’incremento del requisito anagrafico sarà graduale e pari a 3 mesi ogni anno a partire dall’1 settembre 2023. Inoltre, il periodo di contribuzione per avere una pensione completa sarà aumentato dagli attuali 42 a 43 anni nel 2027 al ritmo di un trimestre all’anno; i lavoratori che non hanno accumulato 43 anni di contributi dovranno lavorare fino a 67 anni per poter ricevere una pensione senza riduzione (regola già attualmente valida). Si prevede anche l’innalzamento dell’importo minimo della pensione a 1.200 euro e finiscono i regimi speciali, trattamenti previdenziali di favore previsti per alcune categorie specifiche, come i dipendenti della Banca di Francia o dell’azienda di trasporto pubblico parigina.

Il fatto che Macron abbia sostenuto che la riforma “è più che mai necessaria per riportare il sistema previdenziale in equilibrio” riporta alla mente le motivazioni finanziarie alla base della riforma Monti-Fornero, seppur con sostanziali differenze.

Sono passati dodici anni da quando l’allora Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, annunciò in lacrime l’omonima riforma. Sotto la guida del governo Monti, in un contesto di finanza pubblica estremamente delicato e sotto pressione per via delle raccomandazioni che arrivavano dall’Europa, la Professoressa Fornero mise mano al sistema pensionistico, innalzando i requisiti per l’accesso alla pensione e legandoli (entrambi, sia l’età anagrafica sia l’anzianità contributiva) all’aspettativa di vita. Ma la riforma francese non sembra essere così dura come la riforma Fornero: si passa da 62 a 64 anni a step di tre mesi fino a 2030. Non proprio un incremento paragonabile a quello introdotto in Italia nel 2012 (con uno scalone in alcuni casi fino a 6 anni), cui si è dovuto porre rimedio con ben nove operazioni di salvaguardia che hanno riguardato oltre 143mila soggetti.

13 aprile 2023

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