Rassegna Stampa
03 maggio 2023
Pensioni: partita rinviata a settembre su minime, Opzione donna e Quota 103
Fonte: ilsole24ore.com
Dopo lo stop al tentativo di una parte del centrodestra di utilizzare una parte della dote destinata al taglio del cuneo per irrobustire ulteriormente i trattamenti più bassi e allentare la stretta sul canale di uscita anticipata per le lavoratrici, i dossier su questi due interventi saranno riaperti in autunno in vista del varo della prossima legge di bilancio
L’ultimo tentativo è stato fatto nella settimana precedente il varo del decreto legge sul nuovo taglio del cuneo, ma nonostante il pressing di Lega e Fi non c’è stato spazio per un ulteriore ritocco verso l’alto delle pensioni minime. Ed è rimasto al palo anche l’allentamento della stretta su Opzione donna, scattata con la prima legge di bilancio targata Meloni, al quale fin dall’inizio dell’anno il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha cercato di aprire un varco. Ma la partita deve essere considerata soltanto sospesa. La maggioranza ha già messo nero su bianco nella risoluzione sul Def approvata dal Parlamento, con tanto di giallo sul voto sullo scostamento di bilancio da 3,4 miliardi, la necessità di spianare la strada con la prossima manovra autunnale a un intervento per alzare l’importo dei trattamento più bassi. E sempre alla legge di bilancio spetterà il compito di indicare la configurazione di Opzione donna per il 2024 e di tracciare la rotta per il “dopo Quota 103”. Che potrebbe anche essere prorogata, magari con un parziale restyling, visto che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nell’intervista rilasciata al Sole 24 Ore in edicola il 29 aprile scorso ha confermato che al momento non esistono spazi per una riorganizzazione del sistema previdenziale affermando che «non esiste una riforma compatibile con la nostra situazione demografica». Una sorta di semaforo rosso che condizionerà, ma non bloccherà, il confronto nel centrodestra sulla previdenza. Che è solo rimandato a settembre e che potrebbe essere preceduto a luglio da una ripartenza del tavolo con i sindacati. in ogni caso Cgil, Cisl e Uil restano molto critiche con il governo.