Rassegna Stampa

07 settembre 2020

Pensioni, ipotesi quota 100 (o meno) ma con più tagli all’assegno

Fonte: ilsole24ore.com

Martedì riparte il confronto tra governo e sindacati, l’esecutivo lavora a proposte per evitare lo scalone e tornare alla flessibilità a fine 2021: possibile penalizzazione del 2,8-3% per ogni anno di anticipo

Sulle pensioni il primo appuntamento tra governo e sindacato dopo la pausa estiva è fissato martedì 8 settembre per affrontare i ritocchi da inserire nella prossima la legge di bilancio con l’obiettivo di prorogare ed estendere l’Ape sociale e Opzione donna. Ma lo sguardo sarà già alla riforma previdenziale da definire con un’apposita delega nella prima metà del 2021 per evitare il pericoloso scalone che si profila a inizio 2022 con la fine della sperimentazione triennale di Quota 100. Non a caso proprio questo sarà il tema al centro del round successivo tra l’esecutivo e Cgil, Cisl e Uil, già in calendario il 16 settembre.

Al tavolo potrebbe essere calata subito una proposta che sembra non dispiacere troppo al ministero del Lavoro: l’introduzione di un meccanismo flessibile per consentire le uscite a partire da 62, o 63, anni di età anagrafica e un’anzianità contributiva minima di 38 anni, o forse anche 36, prevedendo una penalizzazione, con l’aggancio pieno al sistema contributivo puro, sotto forma di riduzione del trattamento del 2,8-3% per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia del pensionamento di vecchiaia (67 anni). Meccanismo che potrebbe diventare anche uno degli strumenti da utilizzare insieme agli ammortizzatori per gestire le crisi aziendali dei prossimi mesi, soprattutto dopo che sarà stato spento l’attuale semaforo rosso ai licenziamenti.

07 settembre 2020

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