Rassegna Stampa

30 gennaio 2019

Influenza

Oms, impreparati a futura pandemia, serve sforzo globale

Fonte: Agi

“Il verificarsi di un’altra pandemia causata da un nuovo virus dell’influenza e’ una certezza, ma non sappiamo quando accadra’, quale sara’ il ceppo virale e quanto grave sara’ la malattia”. Lo dice Wenqing Zhang, direttore del Global Influenza Programme dell’OMS, in un ampio servizio dedicato all’influenza pubblicato sul sito dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms). Si prevede che una futura pandemia influenzale costera’ all’incirca 60 miliardi di dollari l’anno. Tuttavia, secondo l’Oms, prepararsi prima potrebbe costare solo 4,5 miliardi di dollari l’anno.

Strumenti per combattere eventuali pandemie sono gia’ stati messi in campo, come un sistema globale di sorveglianza dell’influenza che monitora costantemente l’evoluzione dei ceppi influenzali circolanti e un accordo globale per garantire la condivisione di informazioni sui virus e di dati sull’influenza.

“Tuttavia, per la prossima pandemia influenzale, ci sono ancora sfide da affrontare e, in particolare, quella di garantire una collaborazione globale ottimale tra tutti i paesi del mondo e definire meccanismi che consentano un accesso equo ai vaccini, ai trattamenti e alla diagnostica per tutti, ovunque”, dice l’Oms. “Abbiamo la capacita’, ora piu’ che mai, di mitigare l’impatto delle malattie, salvare vite umane e ridurre i costi economici e sociali, ma gli sforzi di preparazione dei paesi dovrebbero essere mantenuti e dovrebbero integrare interventi salvavita innovativi”, dichiara Sylvie Briand, direttore di Infectious Hazard Management presso l’Oms.

I focolai di influenza pandemica sono imprevedibili. Nel 1957 un milione di persone in tutto il mondo ha perso la vita per lo scoppio di una pandemia iniziata in Cina ma che si diffuse a livello globale. Nel 1968, un altro focolaio costo’ circa 1-3 milioni di vite. Nel 2003, il riemergere di H5N1, la cosiddetta influenza aviaria, ha evidenziato come il virus possa passare dagli animali alle persone, ma per fortuna non ha raggiunto lo stadio pandemico perche’ non poteva passare in modo sostenibile da persona a persona. La pandemia di H1N1 del 2009 e’ iniziata in Messico dove ha causato gravi malattie in adulti precedentemente sani e si e’ diffusa rapidamente in oltre 214 paesi. Si ritiene che siano morte tra le 105mila e le 395mila persone.

Tuttavia, secondo l’Oms, in quell’occasione siamo stati relativamente fortunati: l’epidemia si e’ rivelata piu’ mite di altre passate. Ma e’ stata una gran bella lezione.

Un comitato internazionale convocato dall’OMS in occasione della pandemia del 2009 ha rilevato che “il mondo non e’ preparato a rispondere a una pandemia influenzale grave o a un’emergenza sanitaria pubblica simile”.

La commissione ha chiesto quindi che vengano messe in atto delle misure per rafforzare gli interventi e un aumento degli investimenti in ricerca. “Le epidemie influenzali stagionali – dice Zhang – offrono reali opportunita’ per prepararsi alla prossima pandemia. Per ottenere il miglior risultato possibile ora e in futuro, ci sono tre fattori critici: tempestivita’ e qualita’ della condivisione di virus e informazioni, ricerca e innovazione e coordinamento globale. Il mondo deve lavorare come una squadra”. Secondo l’Oms, l’influenza e’ una malattia in continua evoluzione, quindi il lavoro sulla prevenzione, preparazione e risposta deve adattarsi continuamente per tenere il passo con questi cambiamenti. Per questo l’Oms sta lavorando allo sviluppo di una nuova strategia che verra’ lanciata quest’anno.

Si spera che cosi’i paesi verranno sostenuti nello svilupo di buone capacita’ di prevenzione e controllo dell’influenza stagionale. Gli sforzi di ogni singolo paese, a loro volta, serviranno una maggiore preparazione globale per la prossima pandemia. La strategia si concentra su tre priorita’: rafforzare la preparazione alla pandemia, aumentare la prevenzione e il controllo dell’influenza stagionale, e la ricerca e l’innovazione.

La ricerca e l’innovazione comprendono una migliore modellizzazione per la previsione di focolai di influenza, insieme allo sviluppo di nuovi vaccini, compreso un possibile vaccino universale contro l’influenza che potrebbe funzionare contro tutti i ceppi di virus dell’influenza. Tuttavia, lo sviluppo e la distribuzione di un vaccino durante una pandemia potrebbe richiedere fino a un anno. Questo significa che sono necessarie ulteriori misure che prevedono lo sforzo di ciascuna persona, come stare a casa quando si e’ malati e lavarsi le mani frequentemente.

Dal canto suo, l’Oms sta attualmente sviluppando nuove linee guida, ispirate all’esperienza maturata nelle passate pandemie come quella del 1918 e quella del 2009. “Abbiamo ancora delle sfide da affrontare, come il miglioramento del coordinamento internazionale e la mobilitazione di risorse sufficienti e sostenibili per la preparazione e per la ricerca mirata a rendere migliori i vaccini, gli antivirali e la diagnostica”, sottolinea Briand. “Soprattutto, queste contromisure devono essere disponibili per tutti i paesi, in particolare per quelle comunita’ che dispongono delle minori risorse in quanto saranno le piu’ vulnerabili nella prossima pandemia influenzale”, conclude.

30 gennaio 2019

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