Rassegna Stampa

Ventisei giorni, costantemente al centro dell’attenzione. Dal 26 ottobre al 20 novembre. È il “destino” che attende la ratifica del nuovo trattato del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Si fa infatti sempre più forte la pressione dei vertici dell’area euro perché l’Italia ratifichi l’intesa. Un pressing a tutto campo sul governo Meloni. La partita si svilupperà su due campi: oltre a quello europeo, anche quello parlamentare.

L’Eurosummit
Si parte dall’ambito Ue. E si comincia dal Consiglio europeo a Bruxelles, la due giorni iniziata ieri. Formalmente il dossier non è all’ordine del giorno dell’incontro dei 27, molto focalizzato sulla crisi in Medio Oriente («non è oggetto della discussione del Consiglio europeo», ha detto Meloni). Ma, secondo quanto è filtrato da varie fonti a Bruxelles, sarà il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe a sollevare apertamente il tema, per la prima volta a livello dei capi di Stato e di Governo. Intanto alla vigilia dell’incontro Donohoe ha già chiarito di auspicare una ratifica da Roma «il prima possibile» nella lettera di pre-vertice al presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto aggiornamenti regolari sul processo parlamentare in corso per la ratifica del Trattato del Mes in Italia e attendiamo con impazienza la sua finalizzazione il prima possibile», ha scritto Donohoe nella lettera a Michel. «È nell’interesse di tutti noi, per l’Eurozona nel suo complesso e per gli Stati membri individualmente, inclusa l’Italia».