Rassegna Stampa

02 settembre 2024

Manovra: il rebus pensioni tra Quota 41 light, stop all’indicizzazione e assegno minimo

Fonte: sanita24.ilsole24ore.com

Nell’agone politico, in vista della prossima manovra economica, vi sono tendenze contrapposte anche per le pensioni. Da una parte ogni partito di maggioranza punta a dare risposte al proprio elettorato, ma dall’altra parte le casse vuote impongono un doloroso bagno di realtà.

La Lega spinge per la cosiddetta Quota 41 light. E’ la soluzione di compromesso per aggirare la legge Fornero. Forza Italia chiede, a gran voce, l’aumento delle pensioni minime e Fratelli d’Italia valuta di tirare il freno a mano alle pensioni anticipate e di bloccare l’indicizzazione dell’assegno pensionistico all’inflazione. Ricordiamo che la spesa pensionistica in Italia pesa già per il 16,3% del Pil. Una percentuale enorme che costringe lo Stato a grossi sacrifici per mantenere i pensionati. Quota 41 light si distingue dall’originale ipotesi di una Quota 41 perché viene messa da parte l’idea di puntare unicamente su 41 anni di contribuzione senza tenere in considerazione altri parametri. La versione light prevede, secondo la formulazione leghista, di ricalcolare l’assegno su base totalmente contributiva. Questo però richiederebbe un grosso sacrificio economico al pensionato. Il ricalcolo contributivo totale comporterebbe un taglio del 20% dell’assegno pensionistico per chi sceglie questa alternativa.

Quello di alzare le pensioni minime è un vecchio cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi. La battaglia viene oggi portata avanti dai suoi eredi azzurri. Nell’ultimo biennio gli aumenti delle minime sono stati 579 euro per tutti e 600 euro per gli over 75. Le misure scadono il prossimo 31 dicembre, ma nel frattempo gli assegni sono stati rivalutati all’inflazione. Il costo per l’aumento delle minime è stato pari a quasi 650 milioni di euro.

02 settembre 2024

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