Rassegna Stampa
22 gennaio 2019
Responsabilità professionale
Legge Gelli, mancano le linee guida e le polizze aumentano
Fonte: Ansa
I professionisti della sanità si aspettavano, con la legge Gelli del 2017 sulla responsabilità professionale, di poter essere sgravati da un’inflazione di denunce per ‘malpractice’ soprattutto nei contenziosi instaurati da pazienti che ritenevano di aver subito un danno. Ma è successo esattamente il contrario. Sono aumentati.
La cartina di tornasole per dire che qualcosa non va, per i professionisti, è data anche dal fatto che le assicurazioni hanno aumentato i premi, indice di un aumentato rischio. Gli ortopedici, ad esempio, possono arrivare oggi a pagare molte decine di migliaia euro l’anno di polizza. Lo evidenzia Valter Santilli, professore ordinario di Medicina fisica e riabilitativa alla Sapienza di Roma e fisiatra al Policlinico Umberto I. Alla legge Bianco – Gelli è dedicato un capitolo di un nuove volume, “Linee guida, buone pratiche ed evidenze scientifiche in medicina fisica e riabilitativa” e il professore ha parlato del tema oggi a Roma, al circolo dei magistrati Corte dei Conti .
Nel libro si specifica che dall’applicazione della legge si è assistito a un aumento vertiginoso della conflittualità fra medici e strutture sanitarie. Secondo le stime nel 2016 la percentuale complessiva di medici coinvolti in procedimenti giudiziari sia civili che penali, rispetto al numero totale di assicurati, era in calo in termini percentuali, ma nel 2017, i sinistri aperti, e che possono coinvolgere più professionisti per uno stesso evento avverso, sono aumentati dal 2016 del 60%.
“La legge prevede che per essere sollevati da un’eventuale imperizia invocata dal paziente, il medico deve aver seguito le linee guida – spiega Santilli – che devono essere accreditate all’Iss, ma da due anni, a fronte di migliaia di patologie, ne sono state depositate solo 4. Solo per questo banale motivo la legge è inapplicabile, perché se un magistrato volesse attingere a una linea guida ad esempio sull’infarto non ne troverebbe nessuna”.
Lo specialista spiega inoltre di aver messo a disposizione 46-47 buone pratiche, in attesa di accreditamento presso l’Iss.