Rassegna Stampa

21 dicembre 2018

Manovra

Le ultime modifiche

Fonte: Adnkronos

Dalla revisione degli oneri del reddito di cittadinanza e quota 100, alla ‘stretta’ fiscale sui big del web e sul gioco online, al contributo in arrivo dalle pensioni d’oro e dallo stop all’aliquota ridotta Ires per la Chiesa. Sono queste alcune delle principali che il governo è pronto a introdurre nella manovra, per centrare i nuovi saldi concordati con Bruxelles che portano il deficit dal 2,4% al 2% circa, realizzando risparmi per 10,25 miliardi nel prossimo anno. Queste le correzioni previste dal governo.

REDDITO E QUOTA 100 – Le risorse destinate al reddito di cittadinanza subiranno una decurtazione di 1,9 miliardi. La misura partirà il primo aprile, consentendo di ridurre dunque i costi per il 2019. Maggiore il taglio per l’anticipo pensione con lo schema quota 100 pari a 2,7 miliardi. L’intervento partirà ad aprile per il settore privato, ad ottobre per il pubblico.

PENSIONI – La rivalutazione delle pensioni legata all’inflazione subirà un ”raffreddamento” che alleggerirà le tasche dei pensionati di 2,2 miliardi nei prossimi tre anni. In particolare il prossimo anno il risparmio per l’erario ammonta a 253 milioni, a cui si aggiungono 745 nel 2020 e 1,23 miliardi nel 2021. Gli assegni fino a 1.521 euro le pensioni saranno rivalutate al 100%, quelli fino a 2.535 euro del 90% e quelli superiori del 75%.

PENSIONI D’ORO – Il contributo sulle pensioni d’oro sarà del 15% per i redditi tra 100.000 e 130.000 euro e andrà a salire fino ad arrivare al 40% per quelli superiori a 500.000 euro. Le fasce sono complessivamente 5 e, oltre alla minima e la massima, è previsto un prelievo del 25% per i redditi tra 130.001 e 200.000 euro; del 30% per i redditi tra 200.001 e 350.000 euro; del 35% per i redditi tra 350.001 e 500.000 euro. Dal taglio delle pensioni d’oro è previsto un mini-gettito pari a 76 milioni il prossimo anno, 80 milioni nel 2020 e 83 milioni nel 2021. Il totale è pari a 236 milioni nel triennio.

DISMISSIONI IMMOBILI – La dismissione degli immobili consentirà allo Stato di incassare 950 milioni il prossimo anno, più altri 150 milioni l’anno nel biennio 2020-2021. Il piano verrà messo a punto entro il 30 aprile.

STRETTA SUI GIOCHI – Aumenta il prelievo nel settore dei giochi attraverso un rialzo dell’1,5% del Preu applicabile agli apparecchi da divertimento e intrattenimento e la riduzione delle percentuali minime di pay-out; inoltre, si introduce dal primo gennaio 2019 l’imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse. Queste misure porteranno all’erario 450 milioni l’anno.

IRAP E IRES – Azzeramento del credito d’imposta per i beni strumentali nuovi; abrogazione del credito d’imposta Irap; stop alle agevolazioni Ires per gli enti non commerciali – misura questa che colpisce la Chiesa – dovrebbero portare risparmi per mezzo miliardo nel prossimo anno. In particolare l’azzeramento del credito d’imposta per i beni strumentali farà risparmiare 204 milioni; altri 118 milioni arrivano dalla cancellazione delle agevolazioni Ires per gli enti non commerciali e dall’abrogazione del credito d’imposta Irap arriveranno altri 113 milioni per un totale di 435 milioni.

RISCHIO RIALZO IVA E ACCISE DAL 2020 – Il governo reintroduce le clausole di salvaguardia, rialzo Iva e accise, nel 2020 e 2021. L’emendamento del governo prevede un aumento dell’Iva per 23 miliardi nel 202 e quasi 29 nel 2021, mentre l’accise salirebbe di 400 milioni all’anno dal 2020. Confermata la sterilizzazione delle clausole per il 2019.

ASSUZIONI – Gli enti pubblici non economici, le università, i ministeri (compresa la presidenza del Consiglio) non potranno effettuare assunzioni a tempo indeterminato fino a novembre del 2019. Il risparmio stimato ammonta a 100 milioni di euro.

FONDO COESIONE E FS – La ”riprogrammazione” del fondo delle Ferrovie dello Stato, del fondo sviluppo e coesione, del fondo Cofinanziamento nazionale consentirà di recuperare 2,25 miliardi nel 2019. In particolare 800 milioni arrivano da Fsc, 600 milioni da Fs e 850 milioni da Fcn.

WEB TAX – Web tax al 3% per le imprese che si occupano di commercio ma anche quelle che vendono dati e fanno pubblicita online. Il prelievo interessa ”i soggetti esercenti attività d’impresa che singolarmente o a livello di gruppo, nel corso di un anno solare realizzano” uno dei seguenti risultati: un ammontare complessivo di ricavi ovunque realizzati non inferiore a 750 milioni; un ammontare di ricavi derivanti da servizi digitali realizzati nel territorio dello Stato non inferiore a 5,5 milioni.La web tax consentirà di incassare 150 milioni il prossimo anno, a cui si aggiungono 600 milioni nel 2020 e altri 200 milioni nel 2021.

21 dicembre 2018

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