Rassegna Stampa
31 marzo 2020
La seconda quarantena di Hong Kong e quello che rischiamo
Fonte: ilpost.it
Dopo la riapertura di uffici e negozi, i contagi sono tornati a crescere e sono state imposte nuove chiusure: tanti esperti dicono che succederà anche qui
Tra gennaio e febbraio, mentre la Cina era impegnata a fronteggiare l’epidemia di coronavirus, la situazione a Hong Kong era stata piuttosto sorprendente: per come era stata gestita l’emergenza dalle autorità pubbliche, e per come erano state applicate le misure di contenimento dalla popolazione, la regione autonoma cinese era uscita quasi indenne dall’epidemia. Il numero di contagi ufficialmente registrati era di poche centinaia, con soltanto 4 morti, nonostante la vicinanza geografica, economica e culturale con la Cina.
A partire da inizio marzo, quindi, la gran parte degli abitanti di Hong Kong ha ricominciato gradualmente a tornare al lavoro, i mezzi pubblici sono tornati a riempirsi, e hanno riaperto bar e ristoranti. Lentamente la metropoli sembrava sulla strada per tornare alla normalità, dopo aver scampato il peggio dell’epidemia. Ma nell’ultima settimana a Hong Kong è successo quello che molti scienziati ritengono sia lo scenario più probabile per i prossimi mesi anche in Europa e in America. Sono stati registrati nuovi contagi, con un picco di 82 casi rilevati soltanto domenica: raggiungendo così un livello tale da richiedere nuove misure restrittive.