Rassegna Stampa
26 settembre 2018
Sanità
La scarsità di medici e il nodo stipendi: la tecnologia può aiutare?
Fonte: ilsole24ore.com
Che quello della scarsità dei medici in Italia sia un problema è cosa nota. Come raccontavamo qualche mese fa su Infodata , fra cinque anni il gap si dovrebbe sentire in tutte le specializzazioni mediche, con particolare veemenza fra i pediatri (6000 pensionamenti contro 2900 nuovi contratti), gli internisti (4119 pensionamenti e 2280 nuovi contratti), chirurghi (3621 pensionamenti contro 2710 assunzioni) e cardiologi (rispettivamente 2904 contro 2480 unità).
Ci sono aree d’Italia dove per questo motivo si è costretti a pensare di chiudere gli ospedali più periferici, che magari sono importanti in zone meno collegate con i grandi centri urbani, e non parliamo solo del sud Italia. A Belluno per esempio si stima manchino addirittura 100 medici, e due ospedali su quattro della provincia rischiano di essere chiusi.
Le ragioni di questo fenomeno sono diverse, non da ultimo il fatto che gli stipendi dei medici variano da regione a regione, senza alcun gradiente nord-sud. In sostanza in alcune regioni conviene meno andare a lavorare. I dati più recenti in materia purtroppo risalgono al 2013 e sono inclusi in uno studio condotto da STEM su dati Agenas. Le differenze regionali saltano subito all’occhio: un dirigente medico costa mediamente 226 mila euro a Bolzano, 143 mila a Trento, 123 mila in Valle d’Aosta e 102 mila euro in Sardegna, 105 mila euro in Toscana e 107 mila euro in Umbria. Lasciando da parte Bolzano, un dirigente medico in Umbria costa alla sua regione oltre 30 mila euro in meno rispetto a un collega di Trento.