Rassegna Stampa
17 gennaio 2024
La grande crisi del SSN (2)
Fonte: saluteinternazionale.info
Da oltre un decennio il nostro Servizio sanitario nazionale è sfiancato da un’opera di logoramento che ha provocato una crisi senza precedenti nel settore del personale sanitario. In questo articolo (e in quello precedente) vengono descritti i meccanismi che sono entrati in gioco nel provocare la “grande crisi”: dal blocco delle assunzioni alla mancata programmazione della formazione dei medici, dalla decrescita dei salari di medici e infermieri alla fuga all’estero dei professionisti.
La decimazione di medici e infermieri ha, consapevolmente o inconsapevolmente (in termini giuridici si direbbe: dolosamente o colpevolmente) utilizzato più strumenti.
Il blocco delle assunzioni
Il blocco delle assunzioni è stato attuato tramite i tetti di spesa per il personale del Ssn introdotti nel 2005 con la legge 266/2005 (Governo Berlusconi III, Ministro della sanità Storace); solo parzialmente rivisti nel 2019 e ancora soggetti a limiti di spesa[1].
La mancata programmazione della formazione dei medici.
Gli accessi disponibili per anno accademico non hanno tenuto in alcun conto la prevista uscita dal SSN, per gli effetti delle norme pensionistiche e dell’età dei medici. Così nel 2007 – 2009 erano disponibili solo 7.500 posti (a fronte dei 16.904 attuali) e alcuni successivi picchi di iscrizione sono stati solo conseguenza di sentenze del Tar nel 2014 – 2015. Il numero di laureati in medicina crescerà solo quando la curva pensionistica (attualmente lasciano il SSN circa 6.000 medici l’anno) si dimezzerà. A fonte di questa situazione circola la sciocca proposta di liberalizzare l’accesso alle facoltà mediche!