Rassegna Stampa

10 febbraio 2022

Il nostro sistema sanitario è pronto all’impatto del long COVID?

Fonte: lescienze.it

Il numero sempre crescente di pazienti colpiti da questa condizione successiva all’infezione da coronavirus, che può richiedere un lungo percorso riabilitativo, rischia di mettere sotto pressione i sistemi sanitari. Ecco come si sta preparando l’Italia

Il 6 gennaio 2022 l’ufficio nazionale di statistica britannico ha pubblicato una rilevazione sui sintomi di long COVID fra la popolazione, secondo cui il due per cento della popolazione britannica (circa 1,3 milioni di persone) soffrirebbe di questa condizione; il 60 per cento di loro riferiva sintomi che impedivano alcune attività quotidiane e il 20 per cento – una su cinque – una grossa limitazione dell’autonomia. Numeri troppo elevati per passare inosservati.

Ma che cos’è precisamente il long COVID? La definizione ufficiale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) è arrivata a ottobre 2021: “La condizione post-COVID-19 si verifica in individui con una storia di infezione da SARS-CoV-2 probabile o confermata, di solito a tre mesi dall’inizio dell’infezione, con sintomi che durano per almeno due mesi e che non possono essere spiegati da una diagnosi alternativa. I sintomi più comuni includono affaticamento, mancanza di respiro, disfunzioni cognitive, ma anche altri, e generalmente hanno un impatto sul funzionamento quotidiano. I sintomi possono essere quelli di nuova insorgenza dopo il recupero iniziale da un episodio acuto di COVID-19 o persistere dalla malattia iniziale. I sintomi possono anche pr

10 febbraio 2022

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