Rassegna Stampa
23 aprile 2021
Covid: piattaforma GISAID supera il milione di sequenziamenti
Fonte: Agi
Sono più di 1,2 milioni le sequenze genomiche di Sars-CoV-2 che sono state condivise su una piattaforma online gestita dal Global Initiative on Sharing Avian Influenza Data (GISAID), che ha lo scopo di monitorare la diffusione dei contagi e dell’evoluzione del virus. Al raggiungimento di questi progressi, descritti sulla rivista Nature, hanno contribuito 172 paesi di tutto il mondo, in uno sforzo di condivisione a cui hanno collaborato ricercatori e scienziati affiliati a diversi istituti. Il sequenziamento del virus, infatti, è fondamentale per comprendere e tenere traccia delle mutazioni dell’agente patogeno. “Grazie alle indagini condotte in diverse parti del mondo – afferma Sebastian Maurer-Stroh, consulente scientifico presso GISAID, l’organizzazione no-profit che ospita il repository – abbiamo modo di osservare come il virus si diffonde nel mondo e possiamo valutare l’efficacia dei vaccini”.
Esistono diversi database destinati alla conservazione delle sequenze del genoma, ma quello di GISAID è il più popolare per SARS-CoV-2. Concepita nel 2006 come archivio di informazioni genomiche relative ai virus influenzali, la piattaforma inizialmente ha raccolto poche adesioni, ma dopo due anni di negoziati tra governi e scienziati sugli accordi di condivisione dei dati, lo spazio ha iniziato a espandersi nettamente.
“Con la diffusione di Covid-19 in Cina – continua l’esperto – abbiamo immediatamente contattato ricercatori e politici di tutto il mondo per portare avanti uno sforzo di condivisione, tenendo seminari sul sequenziamento, sull’analisi e sull’uso degli strumenti sulla piattaforma. Alcune funzionalità di GISAID consentono ai ricercatori di vedere come i genomi che hanno caricato si relazionano agli altri o di esplorare i focolai con nuove varianti”.
Sebbene la divulgazione abbia aiutato, il ricercatore sostiene che la popolarità della piattaforma si deve principalmente alla qualità degli strumenti di visualizzazione. Alcuni paesi hanno intuitivamente portato un contributo più pesante al monitoraggio delle sequenze. Al 20 aprile, ad esempio, gli Stati Uniti avevano condiviso 303.359 sequenze, mentre dal Regno Unito provenivano 379.510 record, mentre dalla Tanzania non sono stati caricati dati, e il defunto presidente John Magufuli aveva addirittura negato l’esistenza della pandemia stessa. Molti altri paesi, come El Salvador e Libano hanno invece caricato rispettivamente sei e 49 sequenze caricate. Per utilizzare gli strumenti di analisi genomica della piattaforma, le persone devono registrarsi, accettare i termini di condivisione ed eventualmente hanno la possibilità di contattare gli altri autori.
“Questa normazione potrebbe essere uno dei punti di forza della piattaforma – conclude Tulio de Oliveira, direttore della KwaZulu-Natal Research Innovation and Sequencing Platform a Durban, in Sud Africa – questa è la prima volta in cui assisto a una condivisione tanto estesa di dati prima della pubblicazione”.