Rassegna Stampa

04 febbraio 2022

Cosa aspettarci dall’evoluzione del virus dopo la variante omicron

Fonte: internazionale.it

Per capire in che modo il coronavirus continua a evolversi in varianti sorprendenti con nuove mutazioni è utile fornire un po’ di contesto: il genoma del virus sars-cov-2 è lungo trentamila lettere, e questo significa che il numero di possibili combinazioni di mutazioni è inimmaginabile. Come mi ha spiegato Jesse Bloom, virologo del Fred Hutchinson cancer research center, questo numero supera di gran lunga quello degli atomi presenti nell’universo conosciuto.

Gli scienziati cercano di rappresentare le possibili evoluzioni del virus in un “paesaggio adattativo”, uno spazio iperdimensionale composto di picchi e di valli. Più sono alti i picchi che il virus scopre e più diventa “adatto” ovvero efficace nell’infettare le persone. Più il virus si replica, incrementando il numero di mutazioni, e più aumenta la probabilità che trovi nuovi picchi. Per prevedere come potrebbe evolversi il virus dovremmo conoscere la topografia dell’intero paesaggio adattativo. Come potete immaginare, non siamo in grado di farlo, e non ci andiamo nemmeno lontanamente vicini. “Non sappiamo quali picchi esistano. Per esempio non sapevamo che il picco omicron esistesse”, spiega Sarah Otto, biologa evolutiva dell’università della British Columbia. “Quindi non siamo in grado di ipotizzare cos’altro potrebbe accadere”.

04 febbraio 2022

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