Rassegna Stampa
28 marzo 2020
Coronavirus. I lavoratori in nero e il terrore della povertà assoluta
Fonte: avvenire.it
Primi episodi di insofferenza davanti a supermercati e banche: “Non abbiamo i soldi per la spesa”. Per l’Istat sono 3milioni 700mila gli “irregolari”, il dibattito (aspro) su protezioni ad hoc.
I primi segnali di insofferenza, più sui social che per le strade, con minacce di “arrembare” i supermercati per accaparrare cibo. Qualche episodio premonitore, come l’altra notte a Palermo quando un gruppo di una ventina di persone ha davvero provato a scappare da un Lidl con carrelli della spesa piena, per poi essere braccati da polizia e carabinieri. Un video “virale” girato da un balcone di Bari, che dall’alto inquadra un piccolo commerciante e moglie che gridano davanti a una banca «ci servono 50 euro», calmati da due poliziotti che lentamente li allontanano.
Il punto è che alla fine della terza settimana molte famiglie, molte più di quanto si immagina, iniziano ad avere il problema del «piatto a tavola». E la gran parte di questa povertà che ri–emerge impietosa dal ventre del Paese è legata al fenomeno, che per quasi il 50% riguarda le Regioni del Sud, del lavoro “in nero”. Una morsa che strangola: per loro, il ”lockdown” ha significato, da un giorno all’altro, la fine di ogni entrata.
A porre il problema qualche giorno fa è stato il ministro del Mezzogiorno Giuseppe Provenzano, subissato di critiche per la sua richiesta di prevedere tutele, appunto, anche per chi sino a ieri ha lavorato in nero.