Rassegna Stampa

27 giugno 2019

Autonomia differenziale

Conte: lunedì completeremo il lavoro

Fonte: regioni.it

Dopo le criticità e le diverse posizioni sulle richieste di autonomia differenziata avanzate da alcune Regioni (su cui deve pronunciarsi il Consiglio dei Ministri), arriva l’intrevento del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Lunedì completeremo il lavoro, ho convocato i ministri e i tecnici. Siamo in dirittura d’arrivo. Mi sono reso garante di una buona riforma”. “Saremo nella condizione di portare il provvedimento in Cdm e di accogliere i governatori”, ha aggiunto.
“Sull’autonomia differenziata, dobbiamo ancora capire cosa intende fare il Governo”, afferma il Presidente della Liguria Giovanni Toti, a margine della Conferenza delle Regioni straordinaria che ha presieduto. “Noi abbiamo fatto tutti i tavoli, le Regioni del gruppo di testa ovvero Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna hanno già pronti tutti i documenti e scalpitano, anche noi della Liguria abbiamo inoltrato le nostre richieste al ministero per gli Affari regionali, ci sono state numerose riunioni con i ministri: adesso, però, mi sembra che sul percorso non ci sia alcuna chiarezza”. Osserva Toti: “Chi dice che le commissioni parlamentari si debbano esprimere prima di un accordo con il Governo, chi dice che l’iter parlamentare va fatto dopo… se si chiarisse almeno qual è il percorso, si farebbe già un bel passo avanti. Sapere qual è la meta e non sapere da quale parte passare per raggiungerla, diventa addirittura grottesco”. Quanto alla penalizzazione delle regioni del Sud, per Toti “è una non-questione, una strumentalizzazione di qualcuno. L’autonomia differenziata, nella sua prima stesura, avviene per tutte le Regioni ai costi storici, quindi le Regioni non toglieranno e non avranno nulla di più rispetto a quello che già oggi fa parte del bilancio delle singole Regioni”. Per il vicepresidente della Conferenza delle Regioni e Presidente della Liguria, si tratta di “usare meglio quei soldi, di usarli sul territorio con una organizzazione diversa. Chi oggi continua ad agitare lo spettro di un Paese diviso in due, a due velocità, non si rende conto che lo è non certo per l’autonomia differenziata, che non c’è, ma per quel centralismo che ha diviso molto male è utilizzato molto male le risorse”. Per Toti, “la diagnosi di un Paese che cresce in modo molto differente è una diagnosi vera, ma la cura che si propone da parte di chi vuol tenere tutto così come è, continua esattamente con gli stessi germi che l’hanno fatto ammalare”.

Per il Presidente della Toscana, Enrico Rossi, “Se le cose dovessero andare male e si dovesse vedere che l’autonomia di alcune regioni, di fatto, mette in discussione anche gli equilibri fra le regioni stesse, noi ci opporremo e non escludiamo neanche di ricorrere alla Corte costituzionale”. Per Rossi “sono in gioco valori di base, non si può tergiversare o lasciare correre su questo. Se c’è un equilibrio fra tutte le Regioni, allora siamo disposti a dare il nostro contributo per l’unità del Paese e la cooperazione fra governi regionali e Stato centrale. Ma se ci sono fughe in avanti che differenziano il Paese fra chi è più o meno ricco, noi ci metteremo di traverso”.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – sentito dai giornalisti a margine della plenaria del Comitato delle Regioni, a Bruxelles – ha detto il Governo dovrebbe “evitare di forzare la mano su una cosa” come l’autonomia, “che scatenerebbe un putiferio, perché l’anno prossimo il Sud non potrebbe che insorgere, democraticamente, davanti ad un disegno in cui le Regioni più forti negoziano con lo Stato l’autonomia e le altre stanno a guardare. Questo non è possibile. Anziché costruire l’autonomia rafforzata delle Regioni, che io condivido, utilizzando l’articolo 116 terzo comma della Costituzione, con intese singole tra il Governo e le diverse Regioni – aggiunge Emiliano – facciamo un disegno di legge costituzionale con l’articolo 138, in modo che ogni ramo del Parlamento possa intervenire e modificare il ddl e le Regioni potranno contribuire a scriverlo, eventualmente individuando vari livelli di autonomia. Così non c’è nessuno strappo e nessuna divisione e soprattutto il Governo potrebbe anche non spaccarsi. E’ anche un suggerimento tattico”, conclude.

27 giugno 2019

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