Rassegna Stampa

21 marzo 2020

Carlo Cottarelli: la nostra sanità è in queste condizioni per i tagli lineari subiti

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L’economia ai tempi del coronavirus. Oggi gli italiani hanno paura per la loro salute ma sono anche preoccupati per il loro futuro. Cosa ne sarà del lavoro, delle nostre imprese, dei commercianti, degli artigiani, degli operai, una volta usciti da questa attuale condizione da Stato di emergenza, di polizia sanitaria? Lo abbiamo chiesto a Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano.

L’Italia sta attuando politiche da Stato di polizia sanitaria. Le chiedo: nel nostro Paese abbiamo tagliato troppo in questi anni, sia come budget vincolante per i singoli Paese europei, rispetto ai conti, e sia come singoli Stati rispetto alle spese per la sanità?
«Un primo aspetto. Il rigore dei conti europeo ti dice soltanto che non puoi fare cose in deficit. Non ti impedisce di fare più spesa se sei disposto a tagliare da altre parti. O se sei disposto ad aumentare le tasse, compreso attraverso la riduzione dell’evasione fiscale. Sono due cose diverse: una cosa è avere i conti a posto e l’altro è avere, nei diversi settori, maggiore o minore spesa. Le regole europee riguardano i vincoli di bilancio complessivi».

 

21 marzo 2020

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