Rassegna Stampa
19 settembre 2019
Autonomia differenziale
Boccia: l’autonomia è scolpita nella nostra Costituzione, ma chiamiamola sussidiarietà
Fonte: regioni.it
“L’autonomia è scolpita nella nostra Costituzione e la faremo”. Così il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, che sottolinea il principio base della sussidiarietà: “Vogliamo farla così com’è scritta nella Costituzione. – precisa Boccia – Non la si decide su un territorio o un altro, la si decide insieme e rispettando la Costituzione. E la Costituzione va letta bene. Non si può parlare di autonomia senza ripartire da un impegno serio che diventa una lotta alle diseguaglianze. Non si può parlare di autonomia se non si declina la parola autonomia in sussidiarietà, se non si pensa a un nuovo modello sociale che viene fuori dopo una riforma così profonda. I livelli essenziali delle prestazioni non sono scritti per caso nella nostra Costituzione. Vorrei che si capovolgesse lo schema e che si partisse dalla consapevolezza che l’autonomia se la chiamiamo sussidiarietà funziona”.
“Francamente – ha anche dichiarato Boccia – far decidere ai singoli territori i concorsi nella scuola e i profili che devono avere gli insegnanti mi sembra una forzatura inaccettabile”.
“Io sono d’accordo con i presidenti di Regione quando chiedono maggiore autonomia amministrativa. Mi riferisco al numero di studenti per classi. Ha senso che lo decida il territorio se una classe deve essere di 15 o 25 alunni, se nelle valli è meglio accorpare o potenziare alcune classi è giusto che lo decida il territorio”. Ma Boccia è contrario a “far decidere ai singoli territori i concorsi nella scuola e i profili che devono avere gli insegnanti”.
“Sono sicuro che – sostiene Boccia – Regione per Regione troveremo la soluzione per mettere insieme le ragioni di una nuova lotta alle diseguaglianze e di un’autonomia che deve esserci. Non sto bocciando nessuno. Io parto lunedì e voglio ascoltare, però vorrei anche essere ascoltato. L’autonomia non può essere un progetto unidirezionale. Se costruiamo un modello che fa dei livelli essenziali il primo punto e non l’ultimo forse ci capiamo. Auspico che tutte le regioni si siedano al tavolo perché sarebbe un bel segnale. Anche io voglio l’autonomia, voglio farla bene. La chiamerò sempre più sussidiarietà”.