Rassegna Stampa
08 ottobre 2019
NaDef
Allarme Istat, troppa evasione, pesa su crescita. Ok dell’Upb, ma avverte: ‘Rischi rilevanti’
Fonte: Ansa
I dati contenuti nella Relazione sull’economia non osservata allegata alla Nota di aggiornamento al Def “mostrano la persistenza di livelli elevati di evasione fiscale e contributiva, aspetti critici per il rafforzamento della capacità competitiva e di crescita del nostro Paese e per l’efficacia e l’equità delle politiche pubbliche”. A sottolinearlo è il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo nell’audizione sulla Nadef davanti alle Commissioni Bilancio di Senato e Camera. Le stime della relazione evidenziano in media, nel triennio 2014-2016, un gap complessivo pari a circa 109,7 miliardi.
“Per gli interventi riguardanti il recupero dell’evasione, una quantificazione precisa è ardua. Al fine di assicurare il rispetto dell’obiettivo, è auspicabile che siano definiti momenti di monitoraggio dei conti in corso d’anno e pronti meccanismi correttivi in caso di scostamenti”, aggiunge il vice dg della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini in audizione sulla Nadef. “I progressi nel contrasto all’evasione fiscale richiedono tempo” e “non si può non raccomandare un approccio cauto alla loro quantificazione all’interno di ciascuna manovra di bilancio”.
In Italia “ancora solo il 56,2% delle donne partecipa al mercato del lavoro e il tasso di occupazione non supera il 50%. Si tratta dei valori tra i più bassi, insieme a quelli della Grecia, tra i paesi dell’Ue dove il tasso di attività è pari al 68,3% e quello di occupazione al 63,4%”, afferma il presidente dell’Istat, spiegando che “il ruolo ricoperto in famiglia, in assenza di un adeguato sistema di sostegno, appare come uno dei fattori discriminanti (insieme alla regione di residenza e al titolo di studio)”.
“Le imprese più orientate alla sostenibilità” mostrano “la presenza di un premio in termini di produttività che può arrivare anche al 15%”, ha detto Blangiardo in audizione sulla Nadef, ricordando che “il valore aggiunto delle “ecoindustrie”, ossia attività economiche la cui finalità principale è la protezione dell’ambiente o la gestione delle risorse naturali, nel 2017 è stato pari a 36 miliardi di euro e al 2,3% del Pil, con una tendenza alla crescita superiore a quella media dell’economia”.
“Anche la riduzione del cuneo fiscale può dare uno stimolo non irrilevante, seppur graduale, all’economia, accrescendo sia la competitività delle imprese, sia i redditi reali e quindi i consumi delle famiglie”, sottolinea la Banca d’Italia nel documento sulla Nota di aggiornamento al Def consegnato alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “La scelta di disattivare integralmente le clausole nel 2020 – ha detto il vice dg Luigi Federico Signorini – limita l’ammontare di risorse che possono essere dedicate alla riduzione del cuneo”.
“In prospettiva sembra necessaria una riforma fiscale complessiva e organica, fondata su un’attenta analisi” che “non può consistere nell’abbattere tutte le imposte. Nella definizione dei provvedimenti da adottare sarà opportuno prendere in considerazione in modo complessivo gli strumenti disponibili, incluse le imposte indirette”. Lo afferma il vice direttore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, in audizione sulla NaDef.
La Banca d’Italia vede “con favore” incentivi ai pagamenti tracciabili che aiutano il contrasto dell’evasione e di “altri comportamenti illegali; fermi restando i presidi necessari per evitare invadenze indebite nella sfera privata e per tutelare chi ha ancora difficoltà a usare” la moneta elettronica. Così il vice dg Signorini in audizione sulla Nadef. Serve “adeguata riflessione tecnica, per minimizzarne il costo, la complessità concettuale e operativa” ed “eventuali effetti distorsivi, e quindi per massimizzarne l’efficacia”.
Il ricorso “massiccio” per la copertura della manovra alla lotta all’evasione fiscale “rafforza le riserve più volte espresse dalla Corte su tale modalità di copertura”: afferma la Corte dei Conti in audizione, sottolineando che “sul fronte delle entrate, all’impegno per il riassorbimento di sacche di evasione ed elusione, dovrebbe necessariamente accompagnarsi un processo di riforma più complessivo, che risponda a criteri di equità e semplificazione del sistema e che restituisca un ambiente più favorevole alla crescita”.
Secondo il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, “occorrerebbe una puntuale indicazione delle categorie di spesa suscettibili di revisione e tagli, anche al fine di limitare l’impatto su alcuni servizi pubblici essenziali già pesantemente colpiti nell’assegnazione di risorse pubbliche”. Per Buscema, “ugualmente importante è la concreta definizione degli interventi sulle entrate fiscali necessari per disattivare le clausole Iva”. “Le crescenti difficoltà del nostro sistema economico richiedono” che “il quadro programmatico oggi ancora parziale, sia rapidamente completato ed esplicitato. Dalla natura e dalla qualità delle misure proposte dipenderà, infatti, la possibilità di incidere sui programmi di investimento delle imprese e sulle aspettative delle famiglie, superando le incertezze che hanno finora contribuito al generale rallentamento della nostra economia. E ciò senza ulteriori squilibri per i conti pubblici”.
L’Ufficio parlamentare di bilancio “ha validato il quadro macroeconomico programmatico 2019-2020” della Nota di aggiornamento al Def “evidenziando tuttavia rilevanti fattori di rischio”. Così il presidente dell’Upb, Giuseppe Pisauro, in audizione. La previsione per il 2020 “appare gravata da forti incertezze internazionali (dazi, Brexit, rallentamento della Cina, squilibri finanziari e avversione al rischio degli investitori) e dai margini d’intervento delle politiche economiche globali per fronteggiare un’eventuale recessione”.