Il contratto dei medici, dei veterinari, dei farmacisti, dei biologi, degli psicologi, dei dirigenti sanitari è scaduto da 10 anni.
Ora sta per scadere il tempo della fiducia verso il “Governo del Contratto” che aveva propagandato assunzioni e aumenti stipendiali ma che si ferma davanti a banali ostacoli e a inerzie politiche e burocratiche.
Forse il Ministro della salute vuole portare al voto europeo 140.000 professionisti adirati che dopo due anni di trattative non vedono ancora nero su bianco alcuna tangibile proposta economica da parte del soggetto (Aran) delegato a fare i contratti da Governo e Regioni, al grido di: la colpa è di chi c’era prima?
Ma allora a che serve un nuovo Governo se le cose vanno come prima?
Dov’è il tavolo di confronto che la Ministra Grillo aveva proposto a gennaio quando ci chiedeva di sospendere lo sciopero nazionale?
Davvero ministro pensa di usare l’inefficienza del sistema e il “disprezzo della casta” contro i medici, i veterinari e i dirigenti sanitari?
Se si sottofinanzia il Servizio sanitario nazionale e diminuisce il personale che genera la sanità, diminuiscono le risposte esigibili gratuitamente dai cittadini.
E’ inevitabile, quindi, che i cittadini ricorrano alle cure della sanità privata e in certi casi dell’intra moenia pagando di tasca propria.
Il problema della accessibilità ai servizi sanitari è ben più complesso, consiste nel non aver regolamentato gli accessi alle specializzazioni, non aver garantito il turn-over ai giovani, nell’aver consentito alle aziende l’impiego di cooperative per coprire gli organici carenti, nell’aver deresponsabilizzato una sempre maggiore quota di professionisti che non vengono più assunti come dirigenti medici e sanitari ma che vengono arruolati a pacchetti di ore o prestazioni, senza selezione, senza affidargli una missione e una strategia.
Il Ministro vuole combattere l’intra moenia, perché ha individuato in quello il problema dei problemi?
Faccia assumere medici specialisti e professionisti della sanità in numero adeguato.
Contemporaneamente anche le liste d’attesa spariranno.
E per tornare al contratto di lavoro, rimanendo quindi nelle cose ineludibili che però questo Governo non fa: se l’incontro infruttuoso della scorsa settimana sarà replicato, non si potrà che riaprire nelle aziende sanitarie e ospedaliere una stagione di manifestazioni sindacali di particolare determinazione, frutto dell’ormai indomabile irritazione dei lavoratori.
Se si vogliono evitare inutili conflitti, occorre che Governo e Regioni si impegnino con le OO.SS. con un atto di concertazione, con un protocollo che definisca una preintesa sulla esigibilità piena delle risorse. Solo così la situazione si potrà sbloccare e il contratto dei dirigenti medici e sanitari sarà presto fatto.
In caso contrario, le ennesime “non azioni” della parte datoriale sarebbero azioni a questo punto imperdonabili e i dirigenti medici, veterinari e sanitari, pur rispettando il diritto alla salute di tutti i cittadini, si attiveranno per difendere la dignità della loro professione.
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