Rassegna Stampa
01 luglio 2020
Teniamo alta la guardia, non è ancora finita
Fonte: scienzainrete.it
Il criceto dorato è un piccolo roditore originario della Siria, paese da cui è stato importato come animale da laboratorio per le sue caratteristiche di facilità di allevamento, di pulizia e di suscettibilità a molti patogeni che fanno ammalare l’uomo, tra cui SARS- CoV. In virtù di tale precedente, un team cinese ha provato a infettare il criceto siriano con il nuovo coronavirus, quasi contemporaneamente a un gruppo misto di ricercatori giapponesi e statunitensi che ha usato isolati ricavati da pazienti con sintomi lievi.
Questo secondo lavoro sui criceti ha prodotto alcune scoperte rilevanti: il virus introdotto per via nasale e oculare si propaga, tanto nei soggetti giovani quanto in quelli vecchi, al polmone con quadri di polmonite simili a quelli umani e ad altri organi (seppure non al cervello o al bulbo olfattivo); la risposta anticorpale elicitata dal virus protegge da una successiva ripresa della malattia; infine, il trasferimento passivo di siero di animali convalescenti impedisce la replicazione del virus nel polmone.
Forse abbiamo il modello animale che ci serve