Rassegna Stampa

17 marzo 2020

Coronavirus: studio su primi malati Italia, gravi danni polmoni

Fonte: Agi

Sono immagini scioccanti quelle diffuse dai ricercatori dell’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani di Roma in uno studio che verrà pubblicato sull’International Journal of Infectious Diseases.

Sono le radiografie e le immagini della Tac dei polmoni appartenenti alle prime due persone risultate infette in Italia, due turisti cinesi in vacanza, e che dimostrano quanto può essere devastante il nuovo coronavirus.

I due pazienti, un uomo di 67 anni e una donna di 65, erano in forma e in salute. Seguivano solo una terapia orale per tenere a bada l’ipertensione. Dopo aver riscontrato problemi respiratori e febbre, la coppia è stata sottoposta a test di laboratorio che hanno confermato l’infezione con il virus SARS-COV-2. Entrambi i pazienti hanno continuato ad aggravarsi fino a sviluppare la sindrome da distress respiratorio dell’adulto (ARDS). Ci sono voluti solo quattro giorni per arrivare all’insufficienza respiratoria e due giorni dopo entrambi i pazienti respiravano solo grazie a un ventilatore. Le prime radiografie effettuate sui pazienti mostrano “opacità del vetro smerigliato”.

In pratica, gli spazi aerei nei loro polmoni si erano riempiti di liquido, generalmente pus, sangue o acqua. L’opacità del vetro smerigliato è spesso associata all’ispessimento o al gonfiore dei tessuti molli, noto come consolidamento. È stato anche visto un fenomeno chiamato “pavimentazione pazza”, che indica un ispessimento del setto e del setto intralobulare, che può inibire le prestazioni.

I pazienti con Covid-19 hanno mostrato sacche piene di liquidi o muco nei polmoni, che possono peggiorare progressivamente con lo sviluppo della malattia.

Lo studio ha anche scoperto che i vasi sanguigni che trasportano il sangue dal cuore ai polmoni per ossigenarsi si stavano allargando. Questa condizione, nota come ipertrofia, riduce lo spazio per l’aria, causando difficoltà respiratorie e problemi respiratori. È probabile che questo segno sia correlato all’iperemia – eccesso di sangue nei vasi polmonari – causato dall’infezione virale.

“I modelli polmonari in entrambi i pazienti sono caratterizzati da ipertrofia dei vasi polmonari, che sono aumentati di dimensioni, in particolare nelle aree con danno interstiziale più pronunciato”, spiegano i ricercatori.

“Questa nuova evidenza radiologica suggerisce un diverso modello di coinvolgimento polmonare rispetto a quelli osservati nelle altre infezioni note gravi causate da coronavirus (Sars e Mers)”, aggiunge. I ricercatori affermano i loro risultati concordano con quelli precedenti, ma la presenza di infiltrati polmonari – una sostanza anormale che si accumula gradualmente all’interno delle cellule o dei tessuti corporei – potrebbe descrivere un predittore precoce della compromissione polmonare.

17 marzo 2020

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