Rassegna Stampa

16 settembre 2019

Autonomia differenziale

Si amplia il confronto

Fonte: regioni.it

Mentre il Presidente della Puglia, Michele Emiiano, auspica “un unico progetto di autonomia differenziata, valido per tutte le Regioni a statuto ordinario e da queste condiviso, per renderle piu’ autonome dal governo centrale, il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini si augura che il progetto di autonomia differenziata “possa trovare uno sbocco positivo”. Il prossimo 23 settembre è in programma l’incontro col nuovo ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia. Il ministro dell’Interno “disse che dopo 15 giorni avrebbe concesso l’autonomia alle Regioni e dopo circa un anno e mezzo noi dell’autonomia non abbiamo visto nemmeno l’ombra”, ha spiegato Bonaccini, parlando il 14 settembre a margine del suo intervento alla Summer school della Scuola di Politiche, a Cesenatico, in Provincia di Forli’-Cesena. Dallo stesso palco, proprio Boccia, aveva manifestato la speranza che il “tema non sia piu’ ostaggio della propaganda politica e che il terreno costruito dall’Emilia-Romagna sia una base da cui partire per confrontarsi”.

La richiesta di autonomia elaborata dall’Emilia-Romagna – ha proseguito Bonaccini – “è la più equilibrata tra quelle presentate, anche da Lombardia e Veneto. Noi non chiediamo un euro in piu’ di quello che lo Stato spende. Anzi, devo dire la verita’, essendo un po’ presuntuosi rispetto alle nostre capacità di spendere e gestire le risorse, anche se ci dessero un euro in meno a noi andrebbe bene”. Bonaccini si sente “piu’ italiano che emiliano-romagnolo” ed ha robadito: “Non chiediamo un euro in piu’, quindi non lo togliamo a nessuno. Chiediamo soltanto che chi ha dimostrato di avere i conti in ordine, chi e’ capace di dimostrare di aver risparmiato, possa essere messo nelle condizioni di dare risposte ai propri territori”. La proposta dell’Emilia-Romagna risulta piu’ equilibrata, continua il presidente, perche’ “noi a differenza di Lombardia e Veneto non chiediamo tutte le 23 competenze previste dalla Costituzione. Sarebbe un errore riportarne alcune sulle Regioni, penso all’energia o la promozione del turismo all’estero”.

Nel frattempo però proprio l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha mobilitato le Regioni guidate dal centro destra sul fronte politico: “L’arma” contro un possibile ritorno a una legge elettorale proporzionale “può essere il referendum”” e possono chiederlo “cinque regioni” per avere “un sistema elettorale in Italia completamente maggioritario. Chi prende un voto in più vince. Come per i sindaci”, ha detto Matteo Salvini parlando all’Assemblea degli amministratori della Lega, a cui partecipano anche i presidenti di centrodestra di dieci regioni italiane. “Vi chiediamo di depositare entro fine settembre – ha chiesto Salvini alla platea di amministratori -di lavorare in questo mese per depositare il quesito referendario che rende interamente maggioritario il sistema elettorale in Italia. Siete in tanti – ha affermato Salvini – se vi mettete d’accordo il quesito è già pronto. Facciamo l’esatto contrario di quello che stanno facendo a Roma. Chi prende un voto in più governa cinque anni. Se cinque regioni a maggioranza assoluta lo approvano entro la fine di settembre si va al referendum in primavera. E se partono queste cinque regioni io sono convinto che poi nei banchetti poi prendiamo cinque milioni di firme a sostegno di questa proposta di legge di chiarezza”.

“Siamo pronti a lanciare questa proposta referendaria che mi sembra molto opportuna. Il ritorno al proporzionale, come vuole fare questo governo, sarebbe un ennesimo ritorno al passato”, ha assicurato il Presidente della Lombardia Attilio Fontana commentando la proposta. “Adesso – ha detto Fontana – sarà una corsa contro il tempo. Bisognerà presentare la proposta in commissione e dopo il passaggio in commissione portarla in Aula. L’unico problema è che dovremo approvarla entro la fine di settembre. La settimana prossima faremo il passaggio in commissione e la settimana successiva in Consiglio regionale. Come minimo si andrà alla seduta della settimana successiva”.

“Nel dossier dell’autonomia abbiamo chiesto anche maggiore autonomia sulle infrastrutture tra cui anche la possibilità di creare una concessionaria regionale che esiste già in altre regioni come in Lombardia Veneto e Friuli. E’ una soluzione a cui abbiamo pensato ma deve trovare d’accordo prima di tutto questo governo che deve avviare il confronto nel modo più rapido possibile e poi arrivare a definire quell’autonomia senza la quale tutto questo non sarebbe possibile”, ha detto il Presidente ligure, Giovanni Toti, a margine della sua partecipazione al film ‘Genova ore 11.36’ sul crollo di ponte Morandi, rispondendo a chi gli chiedeva se nell’ambito del dibattito sulla revoca della concessione autostradale, la strada di una ‘concessionaria regionale’ fosse percorribile. “In assoluto e oggi ancora in termini astratti – ha concluso – è certamente possibile anzi sarebbe dal mio punto di vista auspicabile”.

“L’impegno che dobbiamo prendere come governatori è una grande alleanza della Regioni, delle persone elette, perché quando c’è da fare una guerra in prima fila ci devono essere i governatori a difendere la propria gente”, ha detto il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dal palco del raduno leghista di Pontida. “Non pensino i non eletti di imporre al mio popolo e alla mia gente il loro pensiero”, ha concluso Fedriga.

16 settembre 2019

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