Rassegna Stampa
15 marzo 2019
Ssn
Quarant’anni di finanziamenti al sistema sanitario
Fonte: lavoce.info
Com’è cambiato in quarant’anni il finanziamento del Servizio sanitario nazionale? Dalla parafiscalità si è passati alla fiscalità generale, è cresciuto il ruolo delle regioni e l’onere si è spostato dalle imprese alle famiglie. La costante sono i deficit.
Quarant’anni e quattro tendenze
All’inizio, nel 1980, costava solo 9,3 miliardi di eurolire e gravava sul Pil per il 4,7 per cento; oggi costa 117 miliardi di euro e pesa per il 6,8 per cento sul Pil. Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) ha compiuto 40 anni lo scorso dicembre (L 833/78) e da allora molte cose sono successe.
Sul piano finanziario sono quattro le tendenze emerse: (i) il passaggio dalla parafiscalità alla fiscalità generale; (ii) il crescente ruolo fiscale delle regioni; (iii) un forte spostamento dell’onere dalle imprese alle famiglie; (iv) il costante finanziamento in deficit (vedi tabella 1 e figura 1).
Fino al 1978 la sanità pubblica era organizzata sul modello delle assicurazioni sociali “categoriali” (come le casse mutue malattia per i lavoratori dipendenti, gli statali, i lavoratori autonomi), dove il diritto alle prestazioni scaturiva da prelievi sulla busta paga e da contributi dei datori di lavoro. Solo i lavoratori attivi o in pensione e i loro familiari ne avevano diritto; non potevano accedervi i disoccupati o i poveri, come invece accade oggi con un sistema universalistico. Il sistema mutualistico andò in crisi e accusò il primo deficit – e il primo intervento dello stato a ripiano – nel 1966. Nel 1983, alla liquidazione dei circa 300 enti mutualistici, lo stato era intervenuto per un totale di 6,5 miliardi di eurolire (48,7 miliardi attualizzati). Furono anche ragioni finanziarie a richiedere un cambio di sistema.