Rassegna Stampa

16 ottobre 2018

Università

Medicina, come funziona il numero chiuso, nel 2018 9.779 posti 

Fonte: Agi

Il sistema del numero chiuso riguarda le facolta’ di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Scienze della formazione primaria.

A Medicina il tanto contestato test di accesso, su cui il governo si e’ espresso oggi per un progressivo superamento, dopo aver scritto nel comunicato finale del Cdm che si stabiliva l’abolizione tout court, e’ stato introdotto per legge alla fine degli anni ’90, per adeguare il numero degli studenti alla richiesta effettiva di personale medico e ridurre i ‘camici bianchi’ disoccupati.

Il governo ha sempre detto di volerlo cambiare. E ha inserito nel programma di governo la revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato come punto saliente. I ministri dell’Istruzione, Marco Bussetti, e della Salute, Giulia Grillo, ne hanno parlato varie volte, sempre sottolineando l’opportunita’ di un cambiamento graduale delle regole. Il 23 settembre scorso, in un’intervista al Messaggero, Giulia Grillo, ha sottolineato che il sistema dell’accesso a Medicina “come e’ concepito oggi non e’ meritocratico. Va rivista la modalita’ di selezione”. Per il futuro, ha osservato, “potremmo ispirarci al modello francese” che prevede il libero accesso al primo anno, e poi una selezione molto serrata per verificare chi e’ in grado di andare avanti. Marco Bussetti e’ intervenuto su questo argomento a poco meno di un mese dall’insediamento dell’esecutivo giallo verde: il ministro dell’Istruzione il 28 giugno ha firmato i decreti che hanno aumentato i posti per i corsi di laurea a numero programmato nel 2018: 9.779 per Medicina ( erano 9.100 nel 2017); 1.096 per Odontoiatria (908 nel 2017); 759 per Veterinaria (655) ; 7.211 per Architettura (erano 6.873).

“Il metodo di selezione adottato negli ultimi anni non va sicuramente a selezionare gli studenti rispetto a capacita’ e competenza. E’ necessaria un’alternativa” ha detto il ministro in un’intervista radiofonica del 24 settembre scorso nella quale sottolineava le criticita’ del sistema di accesso all’universita’. Ha aggiunto pero’ che il cambiamento deve avvenire in maniera graduale: bisogna fare i conti con le risorse e le strutture delle universita’, elementi da tenere ben presenti se si vuole ammettere un numero maggiore di studenti. Bussetti, partecipando il 12 settembre a un Videoforum di Repubblica, ha poi sottolineato che e’ prioritario aumentare il numero degli accessi alle scuole di specializzazione per Medicina, perche’ oggi troppi medici restano fuori: “Avremo bisogno di pediatri, di medici rianimatori, e di medici specialisti – ha affermato – e le nostre universita’ dovranno laurearli e formarli”.

16 ottobre 2018

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