Rassegna Stampa

11 ottobre 2018

NaDef

Quota 100 e reddito, ok del Parlamento al Def

Fonte: Agi

Il Parlamento ha dato il via libera alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza al termine di tre giorni di lavoro, iniziati martedi’ con le audizioni del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, della Banca d’Italia, della Corte dei Conti, dell’Istat e dell’Ufficio parlamentare di bilancio, che non aveva validato le previsioni macroeconomiche relative al 2019 giudicando “eccessivamente ottimistica” l’ipotesi sulla crescita del Pil.

Il governo ha incassato senza difficolta’ anche il si’ alla relazione che accompagna la NaDef con cui si autorizza lo scostamento dagli obiettivi di deficit programmati e il rinvio del pareggio di bilancio dopo il 2021: alla Camera i voti favorevoli sono stati 333 e al Senato 165. La relazione, in particolare, fissa l’obiettivo di deficit al 2,4% del Pil nel 2019, al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021 “al fine di utilizzare le maggior risorse disponibili per adottare” dal 2019 al 2021 “interventi finalizzati a potenziare il tasso di crescita economica, destinando maggiori risorse agli investimenti pubblici e privati, riducendo la pressione fiscale sulle imprese per incentivare le assunzioni e il reinvestimento degli utili e sostenendo la domanda di beni e servizi” e “interventi finalizzati al sostegno delle fasce piu’ deboli per contrastare l’aumentata poverta’ e la disoccupazione giovanile e per favorire il ricambio generazionale attraverso la progressiva rimodulazione dell’accesso al trattamento pensionistico”.

Corposa la risoluzione presentata dal Movimento 5 stelle e dalla Lega, e passata a maggioranza, con cui si chiede al governo di introdurre nella prossima manovra “la quota 100 quale somma di eta’ anagrafica e anzianita’ contributiva” per l’accesso al pensionamento e di avviare il reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza e la riforma dei centri per l’impiego.

Con la risoluzione si impegna poi l’esecutivo a introdurre una flat tax al 15% per liberi professionisti, artigiani e ditte individuali e una riduzione del carico fiscale per le piccole e medie imprese che non potranno optare per il nuovo regime forfettario ampliato. Si chiede inoltre di prevedere un regime speciale per le nuove partite Iva e per le startup innovative promosse dai giovani under 35 e anche “misure di riduzione del cuneo fiscale correlate all’offerta di rapporti di lavoro stabili con i giovani piu’ meritevoli”.

La maggioranza chiede poi di estendere la cedolare secca agli affitti dei locali commerciali, a partire dai cosiddetti esercizi di vicinato, di procedere a “un graduale azzeramento a partire dal 2019 del contributo del Fondo per il pluralismo” del Dipartimento dell’editoria “assicurando il pluralismo dell’informazione e la liberta’ di espressione”, di “promuovere iniziative a livello europeo per correggere l’unione bancaria e il processo di unificazione dei mercati dei capitali in termini tali da assicurare maggiori garanzie ai risparmiatori italiani e da non esporre il sistema finanziario nazionale a condizioni di precarieta’”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che si trova in Etiopia in visita di Stato, ha espresso soddisfazione per il si’ della Camera e del Senato e ha assicurato che dopo il Consiglio dei ministri di lunedi’ che varera’ la legge di Bilancio sara’ impegnato a comunicare ai leader Ue “i fondamentali della manovra economica dell’Italia”, sottolineando che sul percorso economico “siamo molto sereni e molto determinati”.

Sulla stessa linea il vice presidente Luigi Di Maio, che nel pomeriggio ha assistito alla votazione dell’Aula di Montecitorio. “Sono molto fiducioso per il Paese e che tutti capiranno che la nostra manovra fa bene all’Italia e a tutti”, ha detto in una diretta su Facebook ricordando che i fondamentali della nostra economia “sono buoni” e che il nostro debito e’ “sostenibile”.
Critiche alla NaDef sono invece arrivate dalle opposizioni durante la discussione alla Camera. Per l’ex ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, “non si capisce da dove possa venire la crescita. Ne’ come possa il reddito di cittadinanza produrre una crescita immediata e tantomeno sostenibile”. Contro il reddito di cittadinanza si e’ espresso anche Renato Brunetta, di Forza Italia. Solo gli investimenti si genera crescita, ha sostenuto, “non con i sussidi”.

11 ottobre 2018

Condividi: