Rassegna Stampa

18 settembre 2018

Regionalismo Differenziato

Stefani: autonomia per rendere Regioni protagoniste

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“La mia intenzione è di esaltare il ruolo strategico delle Conferenze, quale sede di raccolta delle istanze dei nostri territori e di valorizzazione delle esperienze rappresentative in sede locale”. Così il ministro per gli Affari Regionali Erika Stefani in audizione presso le commissioni affari costituzionali di Camera e Senato, parlando delle conferenze Stato-Regioni e Unificata che si svolgono presso il ministero di Via della Stamperia.

“Visto il fallimento della riforma Costituzionale della precedente legislatura, il sistema delle Conferenze – afferma Stefani – assume sempre più un ruolo rilevante per il dialogo del sistema delle Autonomie e lo Stato”.

Per quanto riguarda invece il processo di maggiore autonomia da attribuire alle regioni, Stefani spiega che la legge che attribuirà le competenze alle regioni non prevede “alcun aggravio della finanza pubblica: tutto sarà declinato in base al costo storico dello Stato regionalizzato per le materie trasferite”, inoltre il percorso procedurale per realizzare il processo di autonomia differenziata “è lo stesso per tutte le Regioni richiedenti e questo deve indurre un’omogeneità metodologica. Viceversa, i contenuti delle intese possono essere – e verosimilmente saranno – diversi, secondo le richieste di autonomia avanzate”, spiega Stefani.

Finora al Ministero per gli Affari Regionali sono arrivate richieste di autonomia da 8 regioni: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche e Umbria (in forma congiunta) e Piemonte: “le prime tre regioni hanno già formalizzato l’avvio di un percorso dell’ultima legislatura, percorso che ha portato alla firma di accordi preliminari (le cosiddette pre-intese) con il governo uscente. Quel lavoro ha riguardato 5 materie e non è passato al vaglio del Ministero dell’Economia”.

Stefani precisa che “il regionalismo differenziato non è una questione nordista o legata comunque squisitamente ad una area geografica, ma un modo diverso e nuovo di interpretare il rapporto Stato-Regioni-Cittadini tale da rendere le Regioni protagoniste”.

18 settembre 2018

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