Rassegna Stampa

18 febbraio 2025

Liste d’attesa: è giungla di regole e scartoffie per curarsi nei tempi

Fonte: ilsole24ore.com

Moduli da riempire, certificati e documenti da inviare magari solo attraverso la Pec al posto di una mail ordinaria e addirittura in qualche caso l’onere di dover provare con un pezzo di carta alla Asl che non si è potuti ricevere la visita o l’esame di cui si aveva bisogno perché la stessa Asl non era in grado di garantirla nei tempi.

È davvero una babele di procedure e una giungla di scartoffie burocratiche quelle messe in campo e richieste da Asl e Regioni per assicurare agli italiani i percorsi di garanzia, in pratica il “salta-code” scritto nero su bianco nel decreto liste d’attesa in vigore da agosto scorso e che prevede (articolo 3, legge 107/2024) l’obbligo per l’Asl in caso di tempi non rispettati per le cure di garantirle nel privato accreditato o in libera professione intramoenia nell’ospedale. In pratica se a esempio dopo una telefonata al Cup per prenotare una visita o una Tac o una colonoscopia non si rispettano i tempi massimi che variano da pochi giorni a qualche mese in base ai codici inseriti sulla ricetta (da «urgente» a «programmabile») l’azienda sanitaria deve garantire lo stesso la prestazione nei tempi previsti pagando – nel privato o in intramoenia – al posto del suo assistito che al massimo mette mano al portafogli per coprire il costo del ticket. Il problema è che per far scattare questo meccanismo “salta-code” non esiste un automatismo e così la burocrazia come avviene spesso in questi casi libera tutta la sua fantasia.

18 febbraio 2025

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