Rassegna Stampa
27 gennaio 2025
La crisi della contrattazione nel pubblico impiego
Fonte: ilsole24ore.com
Il sistema di contrattualizzazione del lavoro pubblico, introdotto nel 1993, affronta attualmente significative fragilità interne e divisioni sindacali che bloccano la contrattazione per il triennio 2022-2024. Nonostante le difficoltà, la possibilità di rinnovare contratti triennali rappresenta un’opportunità per modernizzare e stabilizzare il sistema, garantendo equità e coesione.
Il periodo che stiamo vivendo rappresenta una delle fasi più complesse dalla nascita della contrattualizzazione del lavoro pubblico, introdotta nel 1993. Questo sistema, concepito per delegificare il rapporto di lavoro pubblico e rendere il Contratto collettivo il suo perno fondamentale, ha avuto il merito di garantire regole certe e diritti uniformi a tutti i lavoratori delle pubbliche amministrazioni. Basato su una misurazione rigorosa della rappresentatività sindacale e sull’applicazione erga omnes dei contratti stipulati tra ARAN e le organizzazioni sindacali, è stato spesso considerato un modello innovativo e bilanciato.
Ho sempre ritenuto che questa fosse una soluzione quasi perfetta, capace di coniugare efficienza amministrativa e tutela dei diritti. Tuttavia, il sistema non è immune da crisi e fragilità, che oggi emergono con particolare evidenza.
Il sistema ha affrontato una crisi significativa per circa otto anni, quando la contrattazione fu bloccata per legge. Questa decisione, pur giustificata dai vincoli di bilancio, fu percepita come un grave attacco ai diritti dei lavoratori pubblici. Solo grazie all’intervento della Corte Costituzionale è stato possibile superare questa situazione, ripristinando la centralità del Contratto collettivo come strumento di regolazione.