Rassegna Stampa

12 luglio 2024

La “attrattività” del lavoro pubblico coi fichi secchi: non ci sono i 30 miliardi necessari per rinnovi dei Ccnl davvero efficaci

Fonte: leautonomie.it

I più attenti e dotati di buona memoria ricorderanno come nei mesi scorsi si stato trattato il problema della pubblica amministrazione ancora fortemente sottodimensionata, dopo gli anni di radicali tetti alle assunzioni, che hanno ridotto fortemente i ranghi.

Il problema è venuto alla luce a causa del sostanziale fallimento delle riforme sui concorsi. Vero è che si possono gestire più velocemente (ma, il problema della velocità riguardava solo i maxi concorsi dei mega enti, ministeri, agenzie, regioni, comuni come Roma; in enti di dimensioni medio piccole i concorsi durano al massimo 4 mesi da sempre), ma nei mesi scorsi si era scoperto che in molti casi gli stessi candidati vincevano più concorsi e, quindi, finivano poi per scegliere il lavoro meglio remunerato e logisticamente più comodo e che molti altri ancora rinunciavano direttamente a sottoscrivere il contratto con la PA.

Risultato, anche se le assunzioni negli ultimi due anni sono circa 150.000 all’anno, la PA risulta ancora tutt’altro che rafforzata: le fuoriuscite, infatti, sono in numero pari se non superiore ai nuovi reclutamenti.

Da qui, pensose relazioni e roboanti dichiarazioni di Ministri, esperti, Aran e consulenti, sulla necessità di rendere “maggiormente attrattivo” il lavoro pubblico, a partire dall’evidente problema: un trattamento economico nella maggior parte dei comparti (salvo eccezioni di torri d’avorio come Presidenza del consiglio dei ministri, autorità indipendenti varie e poco altro) non proprio attrattivo, specie se messo in correlazione con le responsabilità gestionali.

12 luglio 2024

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