Rassegna Stampa

19 giugno 2023

Previdenza: il pensionamento flessibile con Quota 103 e Opzione donna non riscuote successo

Fonte: sanita24.ilsole24ore.com

A più di sei mesi dalla loro entrata in vigore, due delle misure previdenziali più rilevanti introdotte dalla Legge di Bilancio per l’anno 2023, ovvero il pensionamento flessibile “Quota 103” e Opzione donna, per motivi diversi non sembrano riscuotere sufficiente interesse da parte degli assicurati. Anche le attese indicazioni amministrative, laddove intervenute, risultano piuttosto avare di precisazioni e chiarimenti.

Infatti la sostituzione nel 2022 di Quota 100 (uscita con 62 anni d’età e 38 di versamenti) con Quota 102 (64 anni d’età e 38 di contributi) e l’introduzione dall’inizio del 2023 di Quota 103 (62 anni d’età e 41 di contribuzione) ha già prodotto una significativa frenata delle uscite anticipate. Lo ha evidenziato l’ultimo monitoraggio Inps su i flussi di pensionamento del primo trimestre del 2023. Secondo la rilevazione dell’Inps, nel primo trimestre del 2023, sono stati erogati complessivamente 174.610 trattamenti, segnando una diminuzione del 26,22 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di cui meno del 30 % (51.583) sono riconducibili a forme di trattamento anticipato.

In particolare, per la gestione dei lavoratori dipendenti, la percentuale di uscite anticipate è del 36 %, mentre per la gestione dei dipendenti pubblici questa percentuale sale al 44 %. Questi dati indicano che la Quota 103 ha avuto un impatto significativo sulla scelta dei lavoratori di prolungare la loro attività lavorativa, probabilmente a causa dei requisiti più stringenti richiesti per accedere all’uscita anticipata. Le cifre del 2023, da gennaio a marzo, sono le seguenti: 65.137 trattamenti di vecchiaia; 51.583 trattamenti anticipati; 8.167 trattamenti di invalidità; 49.723 trattamenti ai superstiti.

19 giugno 2023

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