Rassegna Stampa

05 giugno 2023

Precariato in sanità: le cause e le possibili soluzioni

Fonte: sanita24.ilsole24ore.com

Nell’ambito del dibattito aperto sul “decreto PA” sul quotidiano La Repubblica del 31 maggio viene riferito un commento di un importante sindacato di rilievo nazionale riguardo alla situazione dei precari del pubblico impiego.

È stato sottolineato che “Quindici dipendenti della Pubblica amministrazione ogni 100 sono precari… Tradotto in numeri assoluti vuol dire 437 mila lavoratori con contratti flessibili, di cui 63 mila nella sanità”.

A volte i aindacati hanno dati più realistici e affidabili dello stesso Conto annuale, ma per il comparto della Sanità, in ogni caso, qualcosa non torna. Il numero indicato corrisponde a poco meno del 12% del personale del comparto, se a questo si riferisce – come presumo – il dato, mentre se si parla del complessivo personale del Ssn, comprese le Aree dirigenziali, allora la percentuale sarebbe addirittura del 9%.

Al di là dei numeri, è indiscutibile che i lavoratori a tempo determinato in Sanità sono troppi e reclutati impropriamente.

Tuttavia qualche precisazione è d’obbligo, altrimenti la questione non risulta comprensibile in tutti i suoi numerosi e complessi aspetti. Il vigente Ccnl del comparto firmato il 2 novembre scorso dedica due lunghissimi articoli al rapporto di lavoro a tempo determinato (artt. 70 e 71). Nella prima delle due clausole contrattuali, al comma 3 si legge: “Il numero massimo di contratti a tempo determinato e di contratti di somministrazione a tempo determinato stipulati da ciascuna Azienda o Ente complessivamente non può superare il tetto annuale del 20% del personale a tempo indeterminato in servizio al 1° gennaio dell’anno di assunzione”.

05 giugno 2023

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