Rassegna Stampa

24 novembre 2022

Quota 103, un’altra deroga alle regole

Fonte: lavoce.info

“Quota 103” costerà meno della precedente “quota 100”. Ma produrrà comunque un aumento della spesa pensionistica. L’anticipo della pensione cesserà di essere un problema con il contributivo a regime, quando serviranno risposte per problematiche nuove.

Dopo quota 100 e quota 102, vigenti rispettivamente tra il 2019 e il 2021 e nel 2022, il Governo in carica propone quota 103 per il prossimo anno. In attesa di una revisione complessiva del sistema pensionistico, rinviata per ora al 2024, i lavoratori che nel 2023 matureranno 41 anni di contribuzione con un’età pari almeno a 62 anni potranno accedere in anticipo e senza penalizzazioni attuariali al pensionamento rispetto ai due canali – 42 anni e 10 mesi in assenza di vincolo di età, oppure 67 anni e 20 di contributi – attualmente previsti per il pensionamento anticipato e per quello di vecchiaia. Tecnicamente, dal momento della maturazione del nuovo diritto, dovranno aspettare qualche mese (da 3 a 9 a seconda del settore occupazionale) prima di percepire la pensione. Inoltre, e questa è una novità rispetto alle vecchie quote, l’importo della prestazione, almeno fino al 67esimo anno di età, non potrà superare una soglia massima di circa 2.800 euro mensili. L’importo medio delle prestazioni pensionistiche erogate nell’ambito di quota 100 nel triennio 2019-2021 si aggirava intorno a valori di poco superiori ai 2 mila euro mensili.

Assieme a una nuova revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni, previsto per il 2023, che peggiorerà l’assetto attuale per quelle superiori a quattro volte l’importo minimo e prefigura risparmi importanti per il bilancio pensionistico e alla riconferma, modificata, di “Opzione donna” e dell’Ape sociale, quota 103 è uno dei provvedimenti che caratterizzerà il pacchetto pensionistico della legge di bilancio proposta dall’esecutivo che sarà discussa in Parlamento.

24 novembre 2022

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