Rassegna Stampa

01 dicembre 2020

Capua: «Per battere il virus uniamo le scienze»

Fonte: Corriere.it

La ricercatrice ribadisce che «occorre evitare di creare paura e incertezza». E avverte: «Il virus continua a correre»

Una laurea in veterinaria e poi 30 anni a studiare virus e pandemia. «Scanso le parole irrilevanti — dice Capua — di chi mi attacca».

Dottoressa Capua, pare lei sia di nuovo sotto attacco. Perché non replica a chi la vorrebbe zittire usando come argomento la sua laurea del 1989, a 23 anni, in medicina veterinaria, tacendo invece dei trent’anni successivi trascorsi a studiare virus e fenomeni pandemici?
«Forse proprio per questo. La consapevolezza di essere di fronte alla più grande emergenza sanitaria a memoria umana mi porta a scansare le cose irrilevanti. Uno spreco d’energia. Quello che dobbiamo fare, invece, è continuare a cercare una convergenza e andare tutti nella stessa direzione. Le spirali di confusione fanno solo male».

Anche le parole fanno male.
«Sì, molto. Qualcuno ricorderà lo tsunami che mi travolse, l’inchiesta giudiziaria con accuse punibili con l’ergastolo. Sono stata infangata per oltre due anni mentre ero parlamentare. Un dolore senza pari.

Com’è sopravvissuta?
«Sono diventata una praticante della resistenza passiva».

Ora che è tornata a indossare il camice ha un grande seguito. Forse è questo che dà fastidio?
«Io non ho bisogno, oggi, di costruirmi una carriera. Non ho risposte per tutto, anzi ne ho soltanto per alcuni aspetti del problema che conosco. Vorrei dare il mio contributo mettendo a disposizione delle persone quello che ho studiato e capito in questi anni. Per il resto, non intendo partecipare al gioco degli insulti. Ho grande rispetto per tutti e per la libertà di parola».

All’italiana Ilaria Capua la comunità scientifica internazionale deve «lo strappo» di aver reso pubblica la sequenza del virus dell’aviaria, dando il via all’open science.
«Quello “strappo” si è trasformato in una serie di strumenti utilissimi oggi come le piattaforme per la condivisione delle sequenze genetiche dei virus che sono necessarie per sviluppare diagnostici e vaccini in tempo reale. Abbiamo gestito il Covid anche grazie a protocolli e intuizioni legati a quello “strappo”. Ma il virus continua a correre e non se ne andrà rapidamente».

Continua a correre?
«La “mission” del virus è  infettare il numero più alto possibile di persone. Quando adottiamo comportamenti corretti abbassiamo la curva dei contagi, ma lui è sempre lì in agguato».

È preoccupata per il piano delle vaccinazioni?
«Non sarà così semplice da realizzare, in nessun Paese. L’immunità di gregge — si mira almeno al 75% della popolazione — sarà un processo graduale e con molte incognite. Probabilmente la somministrazione del vaccino occuperà tutto il 2021».

Ci vorranno regole ed equità sociale…
«Sì, saranno necessarie regole molto chiare e piani B».

I vaccini sono sicuri?
«Certo che sono sicuri. Oggi la trasparenza è un valore e le aziende lo sanno. Va spiegato bene e con pazienza alle persone che sono spaventate da tutto. Anche per questo, che senso hanno attacchi e contrapposizioni? Si crea solo più paura e incertezza e invece è proprio il contrario che serve. Lucidità, attenzione, consapevolezza del nostro ruolo come comunicatori».

Negli Stati Uniti dove guida il centro di eccellenza One Health, una laurea in veterinaria è un problema?
«Figuriamoci. Proprio qui ho potuto veder realizzato quella multidisciplinarità necessaria alla complessità dei tempi che stiamo vivendo Quello che scegli di studiare a 18 anni, non è il punto d’arrivo ma il punto d’ingresso della tua vita professionale. Bisogna vedere quello che sei in grado di costruire dopo. E i virus pandemici e pre-pandemici sono proprio argomento da virologi veterinari».

Lei però ama definirsi una ex virologa…
«Non dirigo più un laboratorio di virologia da alcuni anni ma mi porto stretto quel bagaglio. Oggi coordino molti laboratori composti da classicisti, fisici, economisti, biologi, data scientist, ingegneri, medici e veterinari. Dirigo un centro interdisciplinare che vorrebbe abbattere le barriere obsolete che separano la salute di persone, piante, animali e ambiente. La salute è circolare.

Il vaccino
«Non sarà semplice. Probabilmente la somministrazione occuperà tutto il 2021»

01 dicembre 2020

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