Rassegna Stampa

20 ottobre 2020

La ‘terza via’ della Svezia potrebbe essere un fallimento. Arriva la paura della seconda ondata

Fonte: Agi

Secondo le autorità sanitarie, anche nel Paese che aveva rifiutato la logica del lockdown le infezioni da Covid stanno salendo in modo costante: lo scorso 15 ottobre si è toccato un picco di quasi mille contagi in 24 ore

L’inverno corre veloce in Svezia: e così, con l’aumento dei nuovi contagi, nel Paese della “terza via” della lotta al coronavirus, l’ottimismo che ancora a inizio settembre era predominante sta per essere sostituito con prepotenza dalla preoccupazione. Stando ai dati delle autorità sanitarie, anche nel Paese che aveva rifiutato la logica del lockdown le infezioni stanno salendo in modo costante: mentre per alcune settimane si sono registrati circa tremila casi settimanali che sono arrivati ad essere oltre 4.500 la settimana scorsa, lo scorso 15 ottobre si è toccato un picco di quasi mille contagi nelle 24 ore. Per avere un confronto, il record assoluto è quello di fine settembre, quando è stata superata la soglia dei 1600 casi.

Sul fronte dei decessi, se la Svezia vanta il numero più basso (insieme alla Germania) nel confronto con gli altri Paesi europei – ossia poco più di 5.900 morti su 103 mila infezioni totali – poichè gli abitanti sono solo 10 milioni, le vittime in proporzione sono 12 volte più che in Norvegia, 7 volte più della Finlandia e 6 volte più della Danimarca. Peraltro, la stragrande maggioranza dei morti erano ultrasettantenni: sono dati che pesano, anche perché hanno messo in luce la situazione talvolta tragica delle case di riposo e dei lavoratori precari, che non potendo rinunciare al lavoro hanno diffuso il virus.

20 ottobre 2020

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