Il 28 agosto l’ARAN ha convocato tutte le Confederazioni Sindacali per la ripresa della trattativa contrattuale.
Nonostante alcune anticipazioni giornalistiche, nell’odierno incontro non vi è stato il tempo per affrontare concretamente l’intricato nodo del precariato, ma in compenso l’Agenzia ha proposto un tavolo di confronto per risolvere alcune criticità, in particolare quelle sull’effettiva consistenza delle risorse economiche complessive, quelle inerenti il welfare e il trattamento fiscale dei dipendenti pubblici, oltre che quelle relative ad una riforma del modello di partecipazione sindacale nelle relazioni con le parti datoriali.
La discussione è poi scivolata sul problema del reperimento dei famigerati “80 euro” a favore dei redditi più bassi, risultato effimero dell’accordo di fine novembre 2016, con il tentativo di attingere alle risorse contrattuali delle categorie più “ricche”.
La COSMED ha ribadito che la trattativa contrattuale è strettamente legata e condizionata dalla prossima legge di bilancio, la quale dovrà non solo finanziare Il prossimo contratto del settore pubblico, ma anche chiarire alcuni aspetti fondamentali, quali la detassazione e la decontribuzione del salario accessorio, attualmente prevista solo per il settore privato.
E’ infatti insopportabile che il lavoro pubblico sia escluso dal contesto generale delle agevolazioni che in tali ambiti sono state delineate per il lavoro privato.
Come scritto su il Sole 24 ore di ieri, ”la produttività non può essere riserva del privato”, in particolare nella Sanità, dove esiste una effettiva competitività tra pubblico e privato accreditato, i quali sono entrambi finanziati dal SSN.
Escludere i dipendenti pubblici da queste agevolazioni fiscali significa – tra l’altro – alterare a vantaggio del privato la competitività delle prestazioni, con alterazione della concorrenza e penalizzando ingiustamente il lavoro pubblico e relegandolo ad un ruolo residuale.
Sono in gioco la dignità, la qualità e le prospettive future del lavoro pubblico.
La COSMED ha chiesto all’ARAN di segnalare al Governo il valore e le conseguenze politiche del mantenimento di un regime fiscale discriminatorio dei pubblici servizi.
In sede di legge di bilancio – inoltre – si dovrà chiarire che le iniziative di welfare aziendale, la previdenza complementare, nonché il bonus di 80 euro non dovranno decurtare ulteriormente le già scarse risorse contrattuali che verranno poste in trattativa.
La COSMED ha infine ribadito la necessità dell’indipendenza dei singoli contratti di lavoro dal tavolo confederale, quest’ultimo si deve occupare delle questioni di politica generale e non diventare una camera di compensazione economica dei singoli contratti. In particolare, la Dirigenza non può essere chiamata a contribuire economicamente per compensare materie non contrattuali, quali ad esempio i bonus fiscali.
L’ARAN ha assicurato che non vi saranno discriminazioni tra Comparto e Dirigenza nella convocazione dei tavoli che saranno aperti non appena saranno ufficialmente licenziati i relativi atti di indirizzo.