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Se il Ssn è inefficiente non significa che lo si debba abbandonare
Categoria: Comunicati, Ministero della salute e SSN
La sanità pubblica arranca. 12 milioni di persone hanno smesso di curarsi.
Le famiglie che possono si curano pagando sanità privata per oltre 35 miliardi di euro l'anno.
Il Fondo Sanitario Nazionale che finanzia la sanità pubblica è stato ridotto a 113 miliardi.
In sintesi: 1/5 degli italiani non si cura.
Il fan è sottofinanziato per 25 miliardi.
Le famiglie spendono di tasca loro 35 miliardi (1/4 del FSN)
Proviamo a vedere quali parametri sono modificabili:
– invecchiamento della popolazione (speriamo nessuno proponga di fermarlo ad una certa età)
– patologie croniche (aumentano con l'allungarsi della vita)
– costo delle nuove opportunità terapeutiche (più ne avremo meglio sarà per tutti)
– costo del personale (si spende il 20% in meno di 10 anni fa, ma ci sono ancora molti che rubano parte dello stipendio)
– sprechi (le centrali di acquisto hanno ridotto gli sprechi ma ce ne sono ancora tantissimi. Più nelle infrastrutture inutilizzate che nei prodotti diviso corrente, ma si possono ottenere grandi risparmi.
– LEA non value, ovvero prestazioni di dubbia efficacia diagnostico terapeutica (ce ne sono una montagna ma qui si deve fare un forte braccio di ferro con chi le vende e chi le vende ha un peso politico più elevato di quanto si pensi).
Ad ogni buon conto: se il sistema sanitario è inefficiente ciò non significa che lo si debba abbandonare.
In una delle sue prime dichiarazioni ufficiali Tedros Adhanom Ghebreyesus, nuovo direttore generale dell’OMS, ha affermato che una persona su 17 nel mondo non ha accesso ai servizi sanitari essenziali.
“La sanità è un elemento centrale per lo sviluppo, fa benissimo allo sviluppo economico – ha detto il premio Nobel per l’economia Amartya Sen, portando ad esempio il Kerala, che lo Stato più povero dell’India fino quando ha iniziato a investire per rendere universale l’accesso alla sanità e all’istruzione, aumentando l’aspettativa di vita dei suoi abitanti e diventando uno degli stati più ricchi del Paese – Se tutti i Paesi adottassero una copertura sanitaria universale, ne trarrebbero importanti benefici economici e sociali e non andrebbero in bancarotta”.
Dott. Aldo Grasselli
Presidente FVM