Oggi i medici, i veterinari, i farmacisti, gli psicologi, i biologi e i dirigenti sanitari di AAROI-EMAC, FASSID (Federazione AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR), FVM e CISL Medici hanno incrociato le braccia, fermando il SSN ma garantendo i servizi essenziali e quelli per i pazienti fragili.
“Le nostre ricognizioni sullo sciopero di oggi, già in corso da qualche ora poiché le abbiamo affidate ai nostri Colleghi contingentati per garantire le urgenze, come avevamo previsto e promesso, attestano che siamo in grado di bloccare i servizi necessari a tutte le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale – affermano Alessandro Vergallo, AAROI-EMAC, Roberta Di Turi, FASSID, Aldo Grasselli, FVM, Benedetto Magliozzi CISL Medici –. Questo è un fatto, la cui dimensione non potrà essere smentita dalle rilevazioni che saranno fornite dalla Funzione Pubblica, dai cui conteggi viene escluso soltanto il personale assente per ferie o per aggiornamento professionale, ma non viene mai espunto né l’elevatissimo numero di Colleghi esonerati per legge dal diritto di sciopero né quello di coloro ai quali per nostra autonoma scelta etica forniamo indicazione di non scioperare limitando le loro prestazioni alle fragilità.
Quel che più conterà a fine giornata, infatti, sarà il numero di prestazioni ordinarie rinviate a causa dell’astensione dal lavoro a cui con questo nostro scaglione di sciopero abbiamo chiamato il resto dei Colleghi che rappresentiamo nella dirigenza medica e sanitaria del SSN, così come hanno fatto, nei precedenti due scaglioni del 17 novembre e del 5 dicembre, le Sigle Sindacali nelle loro rispettive date di sciopero, che hanno preceduto la nostra come concordato affinché la protesta complessiva avesse un effetto prolungato e quindi più forte.
Tornando allo sciopero di oggi, solo per limitarci ai dati di più immediata acquisizione, in quanto rilevabili all’inizio dei turni di servizio dedicati alle attività di routine, che per i Veterinari partono prima dell’alba e per i Medici alle 8 in punto, stimiamo che oggi siano saltati, esclusi quelli eseguiti dai gettonisti, 9 interventi chirurgici non urgenti su 10 e che ci sia stato un massiccio blocco delle macellazioni, con una percentuale di adesione del 90% del personale dipendente non contingentato.
La responsabilità di questi forti disagi per la popolazione ricade unicamente sui decisori politici che ci hanno costretto al blocco degli ospedali e della filiera agroalimentare”.
Uno sciopero che i medici, i veterinari, i farmacisti, gli psicologi, i biologi e i dirigenti sanitari hanno messo in atto per manifestare il proprio dissenso rispetto a una legge di Bilancio che tradisce tutte le dichiarazioni che il Governo di oggi e quelli di ieri si sono sprecati, in particolare da tre anni a questa parte, a declamare a favore del rilancio del SSN Pubblico, solidale e universalistico, e della valorizzazione dei suoi professionisti, “eroi” fino a ieri ma oggi per l’ennesima volta trattati come un costo e non come una risorsa, mentre al contempo se ne favorisce l’appalto al lucro privato di chi fa della sanità un business a spese di un’imposizione fiscale che grava soltanto sui redditi dei soliti noti.
La voce che si è alzata davanti al Ministero della Salute, dove si è svolto un presidio al quale hanno partecipato i Presidenti e i Segretari Nazionali delle Sigle che hanno proclamato lo sciopero, è stata la stessa voce che si è levata in diverse altre città italiane, con sit in, assemblee, conferenze stampa, per spiegare pubblicamente il precipizio dal quale non si vuol salvare la Sanità pubblica, di fronte al quale è sorprendente il silenzio assordante delle Regioni, a danno delle quali l’inevitabile ulteriore aumento esponenziale dell’appalto privato del personale che fugge dal pubblico impiego ne trasformerà i maggiori costi, sempre occultati a bilancio nella voce “beni e servizi” in vere e proprie voragini.
Si è trattato di un ulteriore tentativo di sensibilizzare le istituzioni sui temi caldi della salute: burnout e abbandono della professione, stabilizzazione dei precari, privatizzazione dei servizi sanitari, riforma della formazione, abolizione di tutte le penalizzazioni pensionistiche della Manovra 2024.
Un ennesimo tentativo che si inserisce in un percorso di mobilitazione intrapreso nei mesi scorsi dalle sigle sindacali della Sanità, e che nel caso in cui il feed-back atteso al termine di questa giornata non risulti sufficiente a soddisfare le richieste alla base della protesta è destinato a riprendere senza smorzarsi dopo la pausa natalizia che la legge impone agli scioperi.