Ieri la Corte dei conti, presieduta dal Presidente Angelo Buscema, alla presenza delle più alte cariche istituzionali, ha pronunciato la decisione nel giudizio sul Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2017 davanti al Parlamento, riferendo quindi gli esiti del ciclo annuale dei controlli demandati dalla Costituzione alla Corte dei conti.
La Relazione sul Rendiconto generale dello Stato 2017 costituisce il documento più significativo in termini di esposizione dei risultati conseguiti con l’impiego delle risorse del bilancio dello Stato e tiene conto degli esiti derivanti dal circuito integrato di controlli, che comprende il Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, le Relazioni quadrimestrali sulle modalità di copertura delle leggi di spesa, i documenti approvati dalle Sezioni Riunite in sede di controllo per le Audizioni in Parlamento del Presidente della Corte di conti (sui documenti programmatici, sulla legge di bilancio, sul contenuto delle manovre economiche, nonché sulle modalità di attuazione della riforma dell’ordinamento contabile), tenuto conto anche degli esiti espressi dal controllo di legittimità e dal controllo sulla gestione.
Dopo l’intervento introduttivo del Presidente Angelo Buscema, la relazione, elaborata dalle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti, è stata svolta dal Presidente di Sezione Ermanno Granelli. E' seguita la requisitoria del Procuratore generale Alberto Avoli.
La spesa pro capite è stata di euro 1.939 (1912 nel 2016). Circa 40 miliardi di euro sono stati impiegati per l'acquisto di beni e servizi, fra i quali i prodotti farmaceutici (per i quali si rileva una limitata progressione) e i dispositivi medici in incremento". ha affermato il procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli, nella sua memoria orale
"I numerosi interventi in tema di razionalizzazione della spesa si sono abbattuti nel comparto sanitario con tagli spesso troppo lineari – osserva Avoli – Tuttavia bisogna riconoscere che il sistema sanitario nazionale ha saputo proporre scelte e metodologie organizzative profondamente innovatrici, in grado di preservare i livelli qualitativi di servizi resi ai cittadini".
"Sostanzialmente immutato – aggiunge Avoli – il costo complessivo del personale, si deve purtroppo registrate la contrazione della spesa per investimenti infrastrutturali e tecnologici, il che determina e aggrava il significativo tasso di obsolescenza delle tecnologie a disposizione delle strutture. Secondo dati del ministero della Salute, circa un terzo delle apparecchiature è operativo da più di dieci anni ed ha bisogno di frequenti manutenzioni che le rendono indisponibili per lungo tempo".
"Permangono forti differenze nella qualità e nella disponibilità dei servizi fra le varie Regioni e questa situazione di diseguaglianza viene intercettata dalla crescente incidenza della mobilità sanitaria. Insomma "Alcune Regioni hanno dato migliore prova, accentuando ancora di più la divaricazione fra i vari territori regionali, che tuttora caratterizza il comparto", conclude Avoli.
Memoria del Procuratore generale Alberto Avoli
Memoria aggiunta del Procuratore generale Alberto Avoli
Leggi anche: