È stato oggi il Rapporto che illustra i dati di sintesi della contrattazione integrativa, svolta da amministrazioni e sindacati sul territorio, durante tutto il 2023.
A questo primo rapporto, ne farà seguito un secondo, sui contenuti dei contratti integrativi oggetto del monitoraggio Aran, che si focalizzerà sulle materie trattate.
Dal Rapporto emergono alcuni primi dati e tendenze di un certo interesse.
Il Rapporto evidenzia, innanzitutto, che il numero dei contratti trasmessi ha avuto un incremento pari al 12,4% rispetto all’anno precedente; spiccano in particolare il comparto Funzioni Centrali con un +37% e il comparto Funzioni Locali +26%. Nel complesso, il 64% delle sedi di contrattazione ha trasmesso almeno un atto negoziale: il dato più alto riscontrato finora.
A differenza delle scorse annualità gli accordi sono quasi ugualmente distribuiti fra atti di tipo normativo (48%) e atti che regolamentano aspetti economici, quali indennità, performance, trattamenti accessori, maggiorazioni, criteri per le progressioni economiche (47%).
I tassi di contrattazione delle sedi nazionali e uniche evidenziano percentuali importanti nella Scuola (79,6%), Università (65,2%), e Ministeri (62,1%) e considerevoli nel resto dei casi (64% nel complesso) – nel 2022 era il 61% nel 2021 era il 62%, nel 2020 era il 55%, nel il 2019 era il 63,4% e nel 2018 tale dato si fermava al 57,8%.
Dal punto di vista geografico, ancora una volta dalla Lombardia e dal Veneto arrivano il maggior numero di contratti, dalla prima quanto a numero assoluto, dalla seconda quanto a sedi di contrattazione che hanno trasmesso atti. Complessivamente, la percentuale di sedi di contrattazione che hanno trasmesso contratti integrativi è sopra il 50% in quasi tutte le regioni.
Prendendo in considerazione i singoli comparti si trovano importanti differenze: Funzioni Centrali hanno svolto trattative finalizzate quasi esclusivamente all’utilizzo delle risorse decentrate (84%), nel comparto Istruzione e Ricerca è consistente la percentuale di contratti integrativi di tipo normativo (59%); nel comparto Sanità è rilevante il numero dei negoziati sulla distribuzione dei fondi (46%) e quello che si occupa di stralci di specifiche materie (42%); infine, nelle Funzioni Locali è preponderante la quota dei contratti integrativi a carattere economico (52%), ma è considerevole anche la percentuale di atti negoziati su istituti normativi (46%).
Anche differenziando tra aree dirigenziali e personale dei comparti si ritrovano numeri simili, ad eccezione di Funzioni locali dove per la dirigenza è prevalente il contratto normativo (72%) mentre per il personale non dirigente i contratti di tipo normativo e quelli di tipo economico hanno lo stesso peso (rispettivamente al 50% e 47%).
I numeri dei contratti integrativi trasmessi sono nella maggioranza dei casi rivolti al personale non dirigente (94%), ma questo deriva anche dal rilievo numerico di questi ultimi rispetto ai dirigenti.
Solo nello 0,7% dei casi, non riuscendo a raggiungere un accordo, l’amministrazione utilizza lo strumento dell’atto unilaterale.
Infine, indicatore di ampiezza dell’adesione ai contratti sottoscritti si ricava anche dalla percentuale di accordi che hanno visto anche la firma della RSU, pari al 94%.
Fonte: ARAN