La Riforma Madia non ha riformato la Pubblica Amministrazione: ha semplicemente cesellato nuove norme inventate nello sforzo di dare una visione moderna delle funzioni pubbliche che in realtà inaspriscono le condizioni di lavoro di migliaia di persone, senza che il ministero della “Semplificazione e della Pubblica amministrazione” abbia saputo riformare – prima di tutto – la propria capacità legislativa.
Nonostante la “riforma” infatti, 3.500 dipendenti degli Irccs rischiano di trovarsi senza lavoro. Le modifiche al Testo Unico sul Pubblico Impiego escludono dal piano di stabilizzazione gran parte dei ricercatori della sanità, figure altamente specializzate, a cui non possono più essere applicati i contratti atipici
Gli oltre 10.000 dipendenti precari della Sistema sanitario nazionale (Medici, veterinari e sanitari del SSN; funzionari ministeriali o professionisti degli IZS e degli IRCSS) tengono in piedi le funzioni assistenziali di un Ssn falcidiato dal blocco del turn over e sono la dimostrazione plastica, il "corpo del reato reiterato di omissione di soccorso", l'esempio più evidente di negligenza dell'esecutivo, la più inaccettabile espressione di assenza dello Stato.
I precari del Ssn sono indispensabili e quando i ricercatori di IRCSS e IZS dicono “la stabilizzazione di queste persone è certamente una questione etica e morale: un principio di giustizia che un Paese civile non può ignorare, ma rappresenta anche il più grande investimento per il futuro della ricerca italiana in sanità” hanno pienamente ragione e hanno tutto l'appoggio di FVM.
Voteranno per ribaltare la loro situazione di precari mandando a spasso chi ci sta governando senza rispettare alcuna promessa.
Come può la pubblica amministrazione continuare ad agire contro le sue stesse leggi?
Le proposte dell'esecutivo e delle regioni sono insoddisfacenti. La definizione dei fabbisogni di personale del Ssn architettata ad arte rischia di diventare il baluardo insuperabile per la stabilizzazione di chi come precario oggi serve, ma domani da stabilizzato non serve più.
Manca un piano organico per la stabilizzazione in diversi comparti della pubblica amministrazione.
Tutti i precari della sanità hanno diritto a una posizione stabile che deve essere assicurata attraverso un piano di responsabilità nazionale.
Questo Paese, se vuole risorgere dalle sue macerie morali e organizzative, deve rispettare il valore del lavoro e dei lavoratori.
Deve uscire da una logica clientelare e di caporalato.
Deve diventare un Paese normale dove chi lavora ha un lavoro normale, uno stipendio normale e può ambire a contribuire alla crescita del PIL avendo una capacità di spesa normale.
E non si dica che questo è vetero sindacalismo: sono le regole dell'economia a imporlo!